PROFESSIONE DI FEDE
1. Noi crediamo in un solo Dio, Padre,
Figlio e Spirito santo, Creatore delle cose visibili, come questo mondo ove
trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri
spiriti, chiamati altresì angeli, e Creatore in ciascun uomo dell’anima
spirituale e immortale.
2. Noi crediamo che questo unico Dio è
assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue
perfezioni: nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua
provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore. Egli è " Colui che è
", com’egli stesso ha rivelato a Mosé; e egli è " Amore ", come
ci insegna l’apostolo Giovanni: cosicché questi due nomi, Essere e Amore,
esprimono ineffabilmente la stessa realtà divina di colui, che ha voluto darsi
a conoscere a noi, e che " abitando in una luce inaccessibile " è in
se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza
creata. Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di se stesso,
rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito santo, alla cui eterna vita noi siamo
chiamati per grazia di lui a partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e,
oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita. I mutui vincoli, che
costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e
identico Essere divino, sono la beata vita intima di Dio tre volte santo,
infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l’umana
misura. Intanto rendiamo grazie alla bontà divina per il fatto che moltissimi
credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini, l’unità di Dio, pur
non conoscendo il mistero della ss.ma Trinità.
3. Noi dunque crediamo al Padre che genera
eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato;
allo Spirito santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come
loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine, " coeterne e
coeguali ", sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloria
proprie dell’Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente
uno; e sempre " deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità
nell’Unità ".
4. Noi crediamo in nostro signore Gesù
Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i
secoli, e al Padre consustanziale, homoousios
to Patri; e per mezzo di lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per
opera dello Spirito santo nel seno della vergine Maria, e si è fatto uomo:
eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo
"l’umanità", ed egli stesso uno, non per una qualche impossibile
"confusione delle nature, ma per l’unità della persona ".
5. Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di
grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il regno di Dio, e in sé ci
ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo comandamento nuovo, di
amarci gli uni gli altri com’egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle
beatitudini del vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza,
sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace,
persecuzione sofferta per la giustizia. Egli ha patito sotto Ponzio Pilato,
Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi
sulla croce, salvandoci col suo sangue redentore. Egli è stato sepolto e, per
suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua
risurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia.
Egli è salito al cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi
e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna
coloro che hanno risposto all’amore e alla misericordia di Dio, e andranno nel
fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto.
E il suo Regno non avrà fine.
6. Noi crediamo nello Spirito santo, che è
Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio.
Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la
sua risurrezione e la sua ascensione al Padre; egli illumina, vivifica,
protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano
alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende
l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: " Siate perfetti com’è
perfetto il Padre vostro celeste ".
7. Noi crediamo che Maria è la Madre,
rimasta sempre vergine, del Verbo incarnato, nostro Dio e salvatore Gesù
Cristo, e che, a motivo di questa singolare elezione, essa, " in
considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente
", " preservata da ogni macchia del peccato originale " e "
colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature ".
8. Associata ai misteri della incarnazione e
della redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine santissima,
l’Immacolata, " al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo
e anima alla gloria celeste " e configurata a suo Figlio risorto,
anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre
santissima di Dio, nuova Eva, " Madre della Chiesa ", "continua
in cielo il suo ufficio materno " riguardo ai membri di Cristo, "
cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei
redenti ".
9. Noi crediamo che in Adamo tutti hanno
peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto
cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa
porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si
trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella
giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura
umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue
proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa
a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato. Noi
dunque professiamo, col concilio di Trento, che il peccato originale viene
trasmesso con la natura umana, "non per imitazione, ma per propagazione",
e che esso "è proprio a ciascuno".
10. Noi crediamo che nostro signor Gesù
Cristo mediante il sacrificio della croce ci ha riscattati dal peccato
originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in
maniera tale che, secondo la parola dell’apostolo, "là dove aveva
abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia".
11. Noi crediamo in un solo battesimo,
istituito da nostro signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il
battesimo deve essere amministrato anche ai bambini " che non hanno ancor
potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale ", affinché essi,
nati privi della grazia soprannaturale, rinascano " dall’acqua e dallo
Spirito santo " alla vita divina in Gesù Cristo.
12. Noi crediamo nella Chiesa una, santa,
cattolica ed apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è
Pietro. Essa è " il corpo mistico di Cristo, insieme società "
visibile, " costituita di organi gerarchici ", e " comunità
spirituale "; essa è la " Chiesa terrestre ", popolo di Dio pellegrinante
quaggiù, e " la Chiesa ricolma dei beni celesti"; essa è " il
germe e la primizia del regno di Dio ", per mezzo del quale continuano,
nella trama della storia umana, l’opera e i dolori della redenzione, e che
aspira al suo compimento perfetto al di là del tempo, nella gloria. Nel corso
del tempo, il signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i sacramenti, che
emanano dalla sua pienezza. È con essi che la Chiesa rende i propri membri
partecipi del mistero della morte e della risurrezione di Cristo, nella grazia
dello Spirito santo, che le dona vita e azione. Essa è dunque santa, pur
comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita
se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si
santificano, come sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei
disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa
soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui ha il potere di guarire i suoi
figli con il sangue di Cristo ed il dono dello Spirito santo.
13. Erede delle promesse divine e figlia di
Abramo secondo lo spirito, per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con
amore le sacre scritture e venera i patriarchi e i profeti; fondata sugli
apostoli e trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e
dei loro poteri di pastori nel successore di Pietro e nei vescovi in comunione
con lui; costantemente assistita dallo Spirito santo, la Chiesa ha la missione
di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la verità, che Dio ha
manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei profeti e pienamente per
mezzo del signore Gesù. Noi crediamo " tutto ciò che è contenuto nella
Parola di Dio, scritta o tramandata, e che la Chiesa propone a credere come
divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero
ordinario e universale ". Noi crediamo nell’infallibilità, di cui fruisce
il successore di Pietro, quando "insegna ex cathedra" come pastore e
dottore di tutti i fedeli, " e di cui è dotato altresì il collegio dei
vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo ".
14. Noi crediamo che la Chiesa, che Gesù ha
fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto
e nel vincolo della comunione gerarchica. Nel seno di questa Chiesa, sia la
ricca varietà dei riti liturgici, sia la legittima diversità dei patrimoni
teologici e spirituali e delle discipline particolari lungi dal " nuocere
alla sua unità ", la mettono " in maggiore evidenza ".
15. Riconoscendo poi, " al di fuori
dell’organismo " della Chiesa di Cristo, " l’esistenza di numerosi
elementi di verità e di santificazione che le appartengono in proprio e tendono
all’unità cattolica ", e credendo all’azione dello Spirito santo che nel
cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità, noi nutriamo
speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena comunione con
l’unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un solo pastore.
16. Noi crediamo che " la Chiesa è
necessaria alla salvezza, perché Cristo, che è il solo mediatore e la sola via
di salvezza, si rende presente per noi nel suo corpo, che è la Chiesa ".
Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che,
"senza propria colpa, ignorano il vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma
cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di
compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza ",
anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, "possono conseguire la
salvezza".
17. Noi crediamo che la messa, celebrata dal
sacerdote che rappresenta la persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel
sacramento dell’ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e di membri del suo
corpo mistico, è il sacrificio del Calvario reo sacramentalmente presente sui
nostri altari. Noi crediamo che, come il pane e il vino consacrati dal Signore
nell’ultima cena sono stati convertiti nel suo corpo e nel suo sangue che di lì
a poco sarebbero stati offerti per noi sulla croce, allo stesso modo il pane e
il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel corpo e nel sangue di
Cristo gloriosamente regnante nel cielo; e crediamo che la misteriosa presenza
del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi,
è una presenza vera, reale e sostanziale.
18. Pertanto Cristo non può essere presente
in questo sacramento se non mediante la conversione nel suo sangue della realtà
stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del
vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla
Chiesa, in maniera assai appropriata, transustanziazione. Ogni spiegazione
teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in
accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva,
indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere
dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il corpo e il sangue
adorabili del signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le specie
sacramentali del pane e del vino, proprio come il Signore ha voluto, per
donarsi a noi in nutrimento e per associarci all’unità del suo corpo mistico.
19. L’unica ed indivisibile esistenza del
Signore glorioso nel cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal
sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la messa. Dopo il
sacrificio, tale esistenza rimane presente nel santo sacramento, che è, nel
tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi un
dovere dolcissimo onorare e adorare nell’ostia santa, che vedono i nostri
occhi, il Verbo incarnato, che essi non possono vedere e che, senza lasciare il
cielo, si è reso presente dinanzi a noi.
20. Noi confessiamo che il regno di Dio,
cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, " non è di questo mondo ",
"la cui figura passa"; e che la sua vera crescita non può esser
confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma
consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di
Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere
sempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più
abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini. Ma è questo stesso amore
che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli
uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi " non hanno
quaggiù stabile dimora ", essa li spinge anche a contribuire - ciascuno
secondo la propria vocazione ed i propri mezzi - al bene della loro città
terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a
prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più
bisognosi. L’intensa sollecitudine della Chiesa, sposa di Cristo, per le
necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i
loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser
loro presente per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in lui,
unico loro salvatore. Tale sollecitudine non può mai significare che la Chiesa
conformi se stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l’ardore
dell’attesa del suo Signore e del regno eterno.
21. Noi crediamo nella vita eterna. Noi
crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia
che debbano ancora esser purificate nel purgatorio, sia che dal momento in cui
lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in paradiso, come egli fece per
il buon ladrone, costituiscono il popolo di Dio nell’aldilà della morte, la
quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della risurrezione, quando
queste anime saranno riunite ai propri corpi.
22. Noi crediamo che la moltitudine delle
anime, che sono riunite intorno a Gesù ed a Maria in paradiso, forma la Chiesa
del cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è e dove sono
anche associate, in diversi gradi, con i santi angeli al governo divino
esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi ed aiutando la nostra
debolezza con la loro fraterna sollecitudine.
23. Noi crediamo alla comunione tra tutti i
fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti
che compiono la propria purificazione e dei beati del cielo, i quali tutti
insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore
misericordioso di Dio e dei suoi santi ascolta costantemente le nostre
preghiere, secondo la parola di Gesù: "Chiedete e riceverete" E con
la fede e nella speranza, noi attendiamo la risurrezione dei morti e la vita
del mondo che verrà. Sia benedetto Dio santo, santo, santo. Amen.
Pronunciata davanti alla basilica di S.
Pietro, il 30 giugno dell’anno 1968, sesto del nostro pontificato.
PAOLO
PP. VI