IX. Gli effetti di questo sacramento
[1468] «Tutto il valore della
penitenza consiste nel restituirci alla grazia di Dio stringendoci a lui in intima
e grande amicizia» . Il fine e l’effetto di questo sacramento sono dunque la riconciliazione
con Dio. In coloro che ricevono il sacramento della Penitenza con cuore
contrito e in una disposizione religiosa, ne conseguono «la pace e la serenità
della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito» . Infatti,
il sacramento della riconciliazione con Dio opera una autentica «risurrezione
spirituale», restituisce la dignità e i beni della vita dei figli di Dio, di
cui il più prezioso è l’amicizia di Dio .
[1469] Questo sacramento ci riconcilia con la Chiesa.
Il peccato incrina o infrange la comunione fraterna. Il sacramento della
Penitenza la ripara o la restaura. In questo senso, non guarisce soltanto colui
che viene ristabilito nella comunione ecclesiale, ma ha pure un effetto
vivificante sulla vita della Chiesa che ha sofferto a causa del peccato di uno
dei suoi membri . Ristabilito o rinsaldato nella comunione dei santi, il
peccatore viene fortificato dallo scambio dei beni spirituali tra tutte le
membra vive del Corpo di Cristo, siano esse ancora nella condizione di
pellegrini o siano già nella patria celeste .
"Bisogna aggiungere che
tale riconciliazione con Dio ha come conseguenza, per così dire, altre
riconciliazioni, che rimediano ad altrettante rotture, causate dal peccato: il
penitente perdonato si riconcilia con se stesso nel fondo più intimo del
proprio essere, in cui ricupera la propria verità interiore; si riconcilia con
i fratelli, da lui in qualche modo offesi e lesi; si riconcilia con la Chiesa,
si riconcilia con tutto il creato".( Reconciliatio et poenitentia 31)
[1470] In
questo sacramento, il peccatore, rimettendosi al giudizio misericordioso di
Dio, anticipa in un certo modo il giudizio al quale sarà
sottoposto al termine di questa vita terrena. È infatti ora, in questa vita,
che ci è offerta la possibilità di scegliere tra la vita e la morte, ed è soltanto
attraverso il cammino della conversione che possiamo entrare nel Regno, dal
quale il peccato grave esclude . Convertendosi a Cristo mediante la penitenza e
la fede, il peccatore passa dalla morte alla vita «e non va incontro al
giudizio» (Gv 5,24).