S. TOMMASO
D'AQUINO
SOMMA TEOLOGICA, parte
terza
Il Sacramento dell'
Eucaristia
QUESTIONE 79
Gli effetti di questo sacramento
ARTICOLO
3
Se sia effetto di questo sacramento rimettere i peccati mortali.
SEMBRA che effetto di questo sacramento
sia rimettere i peccati mortali.
Infatti:
1. Si dice in una colletta:
"Sia questo sacramento purificazione dei delitti". Ma i delitti sono
peccati mortali. Dunque con questo Sacramento si tolgono i peccati mortali.
2. Questo sacramento, come il
battesimo, agisce in forza della passione di Cristo. Ma con il battesimo si
rimettono i peccati mortali, come abbiamo detto sopra. Dunque anche con questo
sacramento; tanto più che nella sua forma si dice [a proposito del sangue]:
"Che sarà sparso per molti in remissione dei peccati".
3. Questo sacramento, come si è
detto, conferisce la grazia. Ma la grazia giustifica l’uomo dai peccati
mortali, come afferma San Paolo: "Sono giustificati gratuitamente per la
grazia di lui".
Dunque questo sacramento rimette
i peccati mortali.
IN CONTRARIO:
L’Apostolo dichiara: "Chi
mangia e beve indegnamente [l’Eucarestia], mangia e beve la sua condanna". E la Glossa
commenta:
"Mangia e beve indegnamente, chi è in peccato, o non lo tratta con
riverenza: costui mangia e beve il giudizio, cioè la propria condanna.. Dunque
chi è in peccato mortale, ricevendo questo sacramento, si aggrava di un altro
peccato, piuttosto che conseguire la remissione dei suoi peccati.(1)
RISPONDO:
L'efficacia di questo sacramento
si può considerare sotto due aspetti.
Primo, in sé
stessa. E allora bisogna affermare che questo sacramento ha l’efficacia di
rimettere tutti i peccati per virtù della passione di Cristo, la quale è la
fonte e la causa della remissione dei peccati.
Secondo, si
può considerare in relazione al soggetto che lo riceve, il quale può avere o no
l’impedimento a riceverlo. Ora, chiunque ha coscienza di essere in peccato
mortale è impedito dal ricevere l’effetto di questo sacramento, non essendo
degno di accostarvisi: sia perché spiritualmente non è in vita, e in tale
condizione non deve prendere il cibo spirituale che non spetta se non a chi
vive; sia perché non può unirsi a Cristo, come avviene con questo sacramento,
finché perdura in lui l’affetto si peccato mortale. Ecco perché, come si legge
nel libro De Ecclesiasticis dogmatibus,(2)
"l’anima, se è in stato di peccato, peggiora la sua condizione ricevendo
l’Eucarestia, invece di purificarsi". Di conseguenza questo sacramento,
in chi lo riceve con la consapevolezza di essere in peccato mortale, non
produce la remissione del peccato mortale.
Tuttavia esso può produrre la
remissione dei peccati in due casi.
Primo, in
quanto è ricevuto non in atto ma nel desiderio, da parte di colui, p. es. che
per la prima volta ottiene la giustificazione dai peccati.
Secondo,
quando viene ricevuto da chi è in peccato mortale, senza averne coscienza, e
senza nutrire affetto per esso. Può darsi infatti che uno prima non fosse
sufficientemente contrito: accostandosi però con devozione e riverenza a questo
sacramento ne riceve la grazia della carità, che perfeziona la contrizione e
produce la remissione dei peccati.
SOLUZIONE DELLE DIFFIC0LTA':
1.
Quando
preghiamo che questo sacramento ci "purifichi dai delitti", noi
intendiamo i peccati di cui non abbiamo coscienza, secondo l’accenno del
Salmista : "Mondami, o Signore, dai miei peccati occulti"; oppure
chiediamo che si perfezioni in noi la contrizione per la remissione dei
peccati; ovvero che ci sia donata la forza di evitarli.
2.
Il
battesimo è una generazione spirituale, ossia il passaggio spirituale dal non
essere all’essere; e viene amministrato in forma di abluzione. Quindi per
ambedue i versi chi ha coscienza di peccato mortale non accede indegnamente al
battesimo. Nell’Eucarestia invece si riceve Cristo come nutrimento dello
spirito, il quale non si può amministrare a chi è morto nei peccati. Perciò il
paragone non regge.
3.
La
grazia è causa efficace per rimettere i peccati mortali, ma non li rimette di
fatto se non quando vien data al peccatore la prima volta. Ora, non è così che
essa viene data in questo sacramento. Quindi l’argomento non regge.
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(1).
Abbiamo già accennato alla posizione presa da Lutero a dai suoi seguaci circa gli effetti dell’Eucarestia. Con la solita
dogmatica sufficienza egli condanna tutta la tradizione cristiana, che
fondandosi sulle precise affermazioni della I
Cor. 11, 29, impone
l’assoluta necessità di astenersi dal sacramento, quando si abbia la morale
certezza di essere in peccato mortale. Per Lutero invece l’Eucarestia ha
proprio il compito di
rimettere il peccato, mediante l’imputazione esterna del meriti dl Cristo. Di
qui la condanna del Concilio Tridentino: "Si quis dixerit vel praecipuum
fructum sanctissimae Eucharistiae esse remissionem peccatorum vel ex ea non
alios effectus provenire, anathema sit" (DENZ.,-S., 1655).
(2). I
critici moderni attribuiscono l’opuscolo a Gennadio di Marsiglia (+ 494 ca).
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Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 1986