Bibbia a fumetti - Castigat ridendo mores - da Astrologia a Vita Sociale il dizionario dei problemi dell'uomo moderno

 

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Volumi pubblicati

 

 

Volumi pubblicati

 

José Ramón Pérez Arangüena

La Chiesa (Introduzione all’Ecclesiologia)

 

Piano della collana

 

Introduzione alla teologia

Sacra Scrittura

Teologia fondamentale

Dio Uno e Trino

Cristologia

Dio Creatore

Soteriologia

La Grazia

La Chiesa

I Sacramenti

Dottrina sociale della Chiesa

Mariologia

Morale fondamentale

Morale speciale

I Novissimi

Storia della Chiesa

Diritto canonico

 

Josemaría Monforte

Conoscere la Bibbia

 

Introduzione alla Sacra Scrittura

 

Josemaría  Monforte

 

 

CONOSCERE LA BIBBIA

 

Introduzione alla Sacra Scrittura

Traduzione di Giovanni De Ferrari

 

 

INTRODUZIONE

 

Alcuni anni fa mi raccontarono un episodio. Non ricordo il nome del protagonista, né i dettagli di questo fatto, però il contenuto rimase impresso nella mia memoria

Un sacerdote era in viaggio in treno dalla città dove risiedeva verso un paese vicino, a lui sconosciuto, per tenere una conferenza sulla Bibbia. Quando arrivò, nella stazione del paese non c’era nessuno a cui rivolgersi. Vide un gruppo di bambini che stavano giocando a calcio in un campetto lì vicino, si avvicinò loro e chiese informazioni. “Scusate se vi interrompo” disse loro “qualcuno mi potrebbe indicare come si va da qui al municipio subito?". Si avvicinarono circondandolo e uno più smaliziato, pallone in mano, inizia questo dialogo: “Senta Padre, che cosa ha perso nel municipio?”. “Devo tenere lì una conferenza” risponde il prete, passando sopra all’impertinenza del ragazzo. “E…di che cosa parlerà?”. “Ascolta…- risponde divertito il sacerdote - Parlerò di come si va in Cielo”. Il rossore tinge la faccia del bambino che risponde spontaneo: ”Va a  parlare di come si va in Cielo…e non sa come si arriva al municipio?”

Mi sento molto vicino a questo sacerdote, perché è  mia intenzione, con queste pagine, mostrare la strada per il Cielo, attraverso la Bibbia. Riassumere in poche pagine quello che la Bibbia  dice - o come “come andare in cielo” – non è affatto facile. Tra le altre cose, perché la Bibbia è una biblioteca di 73 libri sui quali  sono state scritte  intere  biblioteche.

Il Libro santo è di una ricchezza infinita. E’ il “libro fondamentale” dei cristiani, perché è la Parola di Dio in parole umane, rivolte agli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi. Conoscere la Bibbia è conoscere Dio; conoscere meglio la Bibbia è conoscere meglio Dio; vivere quello che impariamo dalla Bibbia è avvicinarsi al Cielo qui sulla terra…, anche se non sappiamo “arrivare al municipio” in tante cose di questa vita.

Per presentare brevemente il contenuto delle Scritture sante, ricorro a cinque nozioni basilari, cercando una sintesi semplice: rivelazione, storia, letteratura, salvezza e Chiesa. La Bibbia è vertice della rivelazione di Dio, manifestazione divina agli uomini lungo la storia. La Bibbia è un’opera letteraria, una libro peculiare che contiene un messaggio di salvezza, rivolto a tutti gli uomini e che viene custodito come “in deposito” dalla Chiesa fondata da Gesù Cristo.

La prima parte di questo libro - Bibbia, Rivelazione e Storia- presenta, in primo luogo, il contesto divino del "quadro" biblico (cap. I): conoscere la natura della rivelazione divina è essenziale per comprenderla quando diventa “libro”, Parola di Dio scritta. Ma questa rivelazione possiede anche un contesto umano: la storia degli uomini (cap. II) lungo la quale furono stesi i testi di questi libri (cap. III).

La seconda parte, si occupa dell’opera letteraria - La Bibbia come testo letterario -, dove studieremo le caratteristiche di un libro ispirato da Dio ad autori umani (cap. IV); normativo, perché è regola di fede o canone dei credenti (cap. V); santo e unitario, perché deriva dalla santità del Dio Unico - autore dei libri - ed è destinato alla santità degli uomini (cap.VI); e umano –scritto dagli uomini, con un linguaggio umano -, che ha bisogno di interpretazione (cap. VII).

Nella terza parte – Bibbia, Salvezza e Chiesa- , tratteremo del messaggio salvifico rivolto a tutti gli uomini. La salvezza è un progetto divino, che inizia fin dai primi tempi dell’umanità, si sviluppa e culmina in Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio fatto uomo. La Chiesa da Lui fondata, sulla roccia di Pietro e sugli altri Apostoli, è lo strumento di salvezza per instaurare il Regno di Dio sulla terra, fino alla Parusia o Seconda venuta del Signore. La Chiesa ha, tra l'altro, la missione di custodire la rivelazione divina, in generale, e le Scritture, in particolare, per  difenderle da possibili errori o deviazioni fino alla fine dei tempi.

L’Antico Testamento è il tempo di preparazione del Vangelo: le parole e i fatti dei libri dell’Antica Alleanza mostrano la meravigliosa pedagogia divina nel suo disegno di salvezza (cap. VIII). Il Nuovo Testamento è la rivelazione di Gesù Cristo e della sua Buona Novella, pienezza dei tempi, in cui si compiono le promesse e si realizzano le profezie, si apre il cammino verso la conclusione della Storia (cap IX). Infine, il nostro sguardo si rivolge alla Chiesa (cap. X) per considerare l’applicazione della Bibbia alla vita quotidiana dei credenti, che alimentano la propria vita spirituale non solo con il “pane eucaristico”, ma anche con il “pane della Parola di Dio” per compiere la volontà del Padre che sta nei cieli.

In questa breve esposizione ho tenuto presente soprattutto tre documenti: la Costituzione Dogmatica Dei Verbum, del Concilio Vaticano II, sulla divina rivelazione; il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato da Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1992; e il documento della Pontificia Commissione Biblica, L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, del 15 aprile 1993. La bibliografia, posta al termine del libro, potrà servire per approfondire molti temi che ho potuto solo enunciare.

Debbo ringraziare in primo luogo il mio maestro e amico, il Prof. Casciaro, che molti anni fa mi ha trasmesso l’amore per la Sacra Scrittura e ha sempre continuato ad incoraggiarmi. Inoltre ringrazio sinceramente l’editore per la collaborazione datami nel tentativo di divulgare efficacemente argomenti così centrali nella vita di ogni cristiano. Infine, rivolgo il mio ringraziamento a Maria, la Madre di Gesù, e anche se è nominata appena in queste pagine, l’ho tenuta molto presente, sapendo che è sempre contenta quando si tratta di far conoscere  suo  Figlio. A Lei mi raccomando e pongo sotto la sua dolcissima protezione i frutti apostolici di questo lavoro.


 

PRIMA PARTE

BIBBIA,  RIVELAZIONE  E  STORIA

 

Capitolo I

 

LA RIVELAZIONE DIVINA

 

Parole e fatti biblici

 

La Bibbia è il libro che contiene la Parola di Dio espressa in parole umane. E’ una grande opera letteraria; un libro unico, meraviglioso, ineguagliabile, dove si trova tutto quello che si riferisce a Dio e all’uomo. E’ l’opera più pubblicata, più venduta, più letta e più studiata di quelle che sono state scritte. E’, senza dubbio, il libro che ha maggiormente contribuito a configurare la cultura occidentale. Il termine “bibbia” deriva dal greco e significa etimologicamente “libri” o “libretti”. La Chiesa greca usava questo termine al plurale per indicare la collezione completa delle Scritture sacre. Fin dagli inizi del cristianesimo, la Bibbia è stata la base della vita spirituale, della predicazione e degli insegnamenti della dottrina cristiana.

 

La Bibbia: Antico e Nuovo Testamento

 

La raccolta dei 73 libri che formano la Sacra Scrittura presenta due parti ben distinte, chiamate “Antico Testamento” (AT) e “Nuovo Testamento” (NT), che corrispondono agli scritti precedenti o successivi alla venuta di Cristo. La parola “testamento” equivale qui a patto o alleanza.

L'AT è composto da 46 libri[1], che contengono tutto quello che Yahvé-Dio andava rivelando al suo popolo per condurlo verso un regno di pienezza e di felicità duratura[2]. Questi libri sono stati accettati anche dai cristiani, perché in essi vedono la preparazione del grande evento salvifico in  Gesù Cristo. Noi cristiani - alla ricerca delle nostre radici- poniamo un grande impegno nel familiarizzarci con il messaggio di questi libri, in cui è raccolta la storia  del popolo di Israele dalle sue origini fino all’apparizione storica di Gesù.

Si chiama NT l’insieme dei restanti 27 libri, scritti in armonia con la “Nuova alleanza” di Gesù Cristo, incisa non su tavole di pietra ma su cuori di carne. Questi libri annunciano la “Buona Novella” proclamata da Gesù. Noi cristiani abbiamo la ferma convinzione che tali libri contengono tutto quello che Dio ci ha voluto insegnare – attraverso Gesù – per liberarci dai lacci del peccato e introdurci nel regno di grazia, di cui la meta finale è la vita eterna, il cielo per sempre.

L’attuale suddivisione della Bibbia in capitoli e versetti risale al XVI secolo, ad opera di Roberto Stefano, sebbene il primo ad introdurre la divisione in capitoli fosse stato Stephan  Langton verso il 1214; più tardi Sancte Pagnini divise ciascun capitolo in versetti, nella edizione latina della Bibbia pubblicata a Lione nel 1528[3].

In conclusione, AT e NT sono due parti di una identica storia della salvezza, e anche se noi cristiani apparteniamo già al popolo della “Nuova Alleanza”, non possiamo per questo ignorare quanto si riferisce a quella “Antica Alleanza“ che lungo tanti secoli ha preparato l’umanità al raggiungimento della “pienezza dei tempi”[4]. La Sacra Scrittura è stata trasmessa per molto tempo dalla tradizione orale e, soltanto in seguito, le leggi, le parole dei Profeti, le sentenze dei Saggi, i canti e i poemi dei Salmisti e i ricordi storici degli interventi salvifici di Dio sono stati fissati per iscritto.

 

La Rivelazione divina

 

La religione cristiana si presenta come originata e fondata su di una Rivelazione storica. Se Dio non fosse mistero, non sarebbe necessaria alcuna rivelazione. Il termine “rivelazione” significa letteralmente “togliere il velo che nasconde qualcosa”. In campo fotografico –“rivelare” alcuni clichés - e nel giornalismo – “rivelare” qualcosa con una notizia - sono usi attuali di questo termine. Nell’ambito religioso "rivelazione" indica la manifestazione che Dio fa agli uomini del proprio essere e di quelle altre verità necessarie o convenienti per la salvezza. Detto in un’altra maniera, la rivelazione divina è un parlare di Dio agli uomini (locutio Dei ad homines); Dio viene incontro all’uomo e si fa conoscere in due modi: uno naturale e un altro soprannaturale[5]. La rivelazione naturale si realizza attraverso le creature; l’uomo, con la sua intelligenza, può conoscere Dio con certezza partendo dalle  creature, come si riconosce un artista dalla sua opera; questa è la conoscenza naturale di Dio. La rivelazione soprannaturale viene direttamente da Dio: è un altro tipo di conoscenza che l’uomo non può acquisire con le sue sole forze e, per questo, è detta soprannaturale. Per una decisione assolutamente libera, Dio rivela il proprio mistero all’uomo, vale a dire, il suo piano di salvezza per tutti, e porta a compimento questo piano inviando suo Figlio e lo Spirito Santo.

Perché Dio si è rivelato? Perché lo ha voluto e perché ci ama. Con quale finalità? Per farsi conoscere in modo gratuito e invitarci ad un’intima comunione con Lui, mediante un rapporto di amicizia. “Dio invisibile, nel suo grande amore parla agli uomini  come ad amici, e si intrattiene con essi per invitarli e ammetterli alla comunione con sé”[6]. La rivelazione divina è, inoltre, un grande regalo, dono immeritato e insperato dell’amore di Dio, in forma di dialogo d’amore, “conversazione” o comunicazione tra amici. Per questo, la rivelazione è inaugurata qui, nel tempo, mediante la fede – risposta umana all'invito divino -, però è destinata a giungere a compimento più tardi, nell’incontro faccia a faccia di ciascun uomo con Dio. In definitiva, “rivelando se stesso, Dio vuole rendere gli uomini capaci di rispondergli, di conoscerlo e di amarlo ben più di quanto sarebbero capaci da se stessi”[7].

 

Rivelazione attraverso parole e opere

 

La rivelazione divina è realmente Parola di Dio, però è anche – e inseparabilmente – evento, manifestazione e realizzazione del piano di Dio lungo la storia. “Questa economia della rivelazione avviene con eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza manifestano la dottrina e rafforzano le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto. La profonda verità, poi,  su Dio e sulla salvezza degli uomini, per mezzo di questa rivelazione risplende a noi in Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione”[8].

La salvezza di Dio appare in tutto quello che Egli fa intervenendo nella storia degli uomini e non solo nella coscienza dei credenti che conoscono questa storia. Ci troviamo, quindi, davanti ad una strettissima relazione tra le parole bibliche e i fatti che queste parole illustrano. Mediante la Sacra Scrittura Dio fa conoscere il senso salvifico degli avvenimenti e questi si possono così comprendere come storia della salvezza.

Per approfondire il mistero della parola divina, è necessario tenere presente che “Poiché Dio nella Sacra Scrittura ha parlato per mezzo di uomini e alla maniera umana, l’interprete della Sacra Scrittura, per capire bene ciò che Egli ha voluto comunicarci, deve ricercare con attenzione che cosa gli agiografi in realtà abbiano inteso significare e che cosa a Dio è piaciuto manifestare con le loro parole "[9]. Inoltre, non si può perdere di vista che la Parola divina non è pura informazione asettica, Dio si  mette in comunicazione con gli uomini, facendosi conoscere e talvolta quando si rivela chiede una risposta.

L’incontro di Dio con l’uomo si realizza per mezzo della storia, cioè, per mezzo di fatti, avvenimenti e azioni che successivamente vengono spiegati per mezzo di parole. Per esempio, sul Sinai, Dio incomincia a pronunciare il suo nome davanti al popolo: “Io sono il Signore, tuo Dio”[10]; e prima di dare i Comandamenti nelle Tavole della Legge – le Dieci Parole -, gli ricorda: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù”[11]. Ci permette così di comprendere come Dio per spiegare il suo nome, cioè per rivelarci chi è, non ricorre ad un concetto o ad una elucubrazione intellettuale complicata e misteriosa circa la propria natura, ma fa riferimento alla sua azione, recentemente compiuta, della liberazione dalla schiavitù.

La parola biblica viene da un passato reale – e non solo dal passato, ma allo stesso tempo dall’eternità di Dio -; però passa attraverso il cammino del tempo, al quale corrispondono passato, presente e futuro. L'autentica rivelazione è una storia di avvenimenti, non un fatto isolato. La storia umana presentataci dal testo biblico non è rivelatrice di per se stessa, ma viene accompagnata dalla parola che chiarisce il significato di quello che si va verificando. Un esempio chiarificatore è la condotta di Gesù quando lava i piedi ai suoi discepoli nell’Ultima Cena. Gesù prima agisce poi spiega il suo gesto: “Quando ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi”[12]. Nella narrazione  biblica, dunque, si scopre non solo il carattere unico di un avvenimento storico, ma anche il valore permanente di quello che Dio ci insegna con questo avvenimento.

 

Tappe della rivelazione divina

 

Dio comunica con l’uomo a poco a poco, passo dopo passo, per tappe. Con una meravigliosa   pedagogia Dio si rivela in una storia di salvezza, gradualmente e progressivamente: non  dice tutto in una volta[13]. I gradini, le tappe di questa rivelazione divina sono, in sintesi: nell'AT, il protoevangelo o primo annuncio della salvezza[14], l'alleanza con Noè, l’elezione di Abramo con l’alleanza e le promesse, l’Esodo o uscita dall’Egitto con Mosè e l’alleanza sinaitica, la promessa a David di un Messia discendete dalla sua stirpe, l’Esilio o cattività babilonese e il ritorno nella Terra Promessa; nel NT, l’Incarnazione del Redentore, la Chiesa fondata da Cristo e, in ultimo, la Parusia o Seconda venuta del Signore.

In effetti, Dio si fa conoscere fin dalle origini in tutto ciò che ha creato attraverso il suo Verbo e, specialmente, in quella relazione personale che stabilì con i nostri progenitori, che “ha invitati ad un’intima comunione con sé rivestendoli di uno splendore di grazia e di giustizia“[15]. Questa rivelazione non fu interrotta dal peccato originale, dato che “dopo la loro caduta, con la promessa della redenzione, li risollevò nella speranza della salvezza ed ebbe costante cura del genere umano, per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene”[16]. Rottasi, a causa del peccato, l’unità del genere umano, Dio fece un patto o alleanza con Noè dopo il castigo del diluvio; questo patto riguarda tutta l’umanità e rivela il piano divino per tutte le nazioni della terra.

Più tardi per riunire l’umanità dispersa, Dio sceglie Abramo facendolo uscire dalla sua terra, dalla sua patria e dalla sua casa, e lo rende padre di una moltitudine di nazioni[17]. Il popolo nato da Abramo sarà il depositario della promessa fatta ai patriarchi, il popolo della elezione, chiamato a preparare la riunificazione di tutti i figli di Dio nella Chiesa; questo popolo sarà il tronco sul quale saranno innestati i pagani divenuti cristiani[18]. Da allora l’umanità rimane divisa tra il popolo che nasce da Abramo, gli ebrei, e la parte rimanente dell’umanità – i gentili –.

“Dopo i patriarchi, Dio forma Israele quale suo popolo salvandolo dalla schiavitù dell’Egitto. Conclude con lui l’Alleanza del Sinai e gli dà, per mezzo di Mosè, la sua legge, perché lo riconosca e lo serva come l’unico Dio vivo e vero, Padre provvido e giusto giudice, e stia in attesa del Salvatore promesso”[19]. Mosè sarà da allora punto di riferimento obbligato per il popolo eletto, centro vivificante verso il quale Israele dovrà orientarsi, più volte, dopo le sue defezioni, per mantenersi fedele alla vocazione di Popolo di Dio. Per questo, in momenti particolarmente solenni, l’antica Alleanza sarà rinnovata.

La lunga permanenza nella Terra Promessa risulta necessaria per forgiare la religione e la storia di Israele. Sotto gli impulsi dello Spirito Santo, Giudici e Re difesero l’indipendenza nazionale, condizione necessaria per conservare la purezza monoteista della fede in Dio. Più tardi, Dio consolida il suo popolo, attraverso i profeti, nella speranza della salvezza - il Messianismo dell'AT -, nell'attesa di una nuova ed eterna Alleanza destinata a tutti gli uomini, inscritta nei cuori e che avrà il suo compimento nel Cristo o Messia, Gesù di Nazaret[20]. I profeti come portavoce divini consentono un approfondimento delle verità della Rivelazione.

“In pari tempo, soprattutto negli ultimi secoli della storia dell'AT, sempre per impulso dello Spirito divino, si è sviluppata la saggezza ebraica: spiriti eminenti, eletti da Dio, formati nella meditazione della Legge e negli insegnamenti dei profeti, e usi a riflettere profondamente sulla  vita, andranno elaborando, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, la cosiddetta letteratura sapienziale dell'AT, la quale completerà la Rivelazione, preparando gli uomini alla venuta del Messia Salvatore nella “pienezza dei tempi”[21].

 

La pienezza della rivelazione

 

E infine, la pienezza dei tempi: l’Incarnazione del Verbo di Dio, Gesù Cristo. Sono già iniziati gli ultimi tempi della storia? Sì, perché “Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”[22]. L’Incarnazione indica che la Parola eterna abita tra gli uomini e rivela l’intimità di Dio, trasmettendo le parole di Dio, realizzando l’opera della salvezza che Dio Padre ha affidato a suo Figlio. ”Perciò Egli, vedendo il quale si vede anche il Padre, col fatto stesso della sua presenza e con la manifestazione di Sé con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la sua Risurrezione di tra i morti, e infine con l’invio dello Spirito di verità, compie e completa la rivelazione e la corrobora con la testimonianza divina, che cioè Dio è con noi per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e risuscitarci per la vita eterna”[23].

La conclusione non può essere più netta: il Figlio di Dio fatto uomo è, dunque, la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre; in Lui ha detto tutto, non ci sarà altra parola oltre questa, come afferma san Giovanni della Croce[24]. In ciascuna delle pagine ispirate ci si incontra con una persona ben determinata, Cristo, e non con una presenza senza volto. ”Tutta la Scrittura – diceva Ugo di san Vittore – costituisce un unico libro, e il suo titolo è Cristo”. Eccone la conseguenza necessaria: ”l'economia cristiana, dunque,  in quanto è l’Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi un’altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo”[25]. Tuttavia, anche se  la Rivelazione è compiuta – si è conclusa con la morte dell’ultimo apostolo[26] – non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli. Questa è una delle ragioni che giustificano l’esistenza stessa della Chiesa.

 

La parola divina di Cristo alla sua Chiesa

 

Gesù trasmette alla Chiesa la Parola divina in due maniere: oralmente e per iscritto. Da una parte, gli Apostoli, con la loro predicazione e il loro esempio, trasmisero oralmente ciò che avevano imparato dalle opere e dalle parole di Cristo, e ciò che avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo; dall’altra, gli stessi Apostoli - insieme a uomini della loro cerchia -, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, misero per iscritto l’annuncio della salvezza[27].

Per questa ragione, accanto alla Sacra Scrittura esiste nella Chiesa anche la Sacra Tradizione[28] che conserva la parola di Dio, affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli, e la trasmette integralmente ai loro successori “affinché questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano”[29]. Assieme costituiscono il sacro deposito che contiene verità tanto di ordine soprannaturale che naturale[30]. Dunque, "la Tradizione e la Scrittura sono strettamente congiunte e comunicanti tra loro. Poiché ambedue scaturiscono dalla stessa divina sorgente, esse formano in un certo qual modo un tutto e tendono allo stesso fine"[31].

La Bibbia custodisce, quindi, tutta la verità, e può essere letta e compresa solo nell’ambito della Tradizione della Chiesa. Dove si trovano gli insegnamenti della Sacra Tradizione? Principalmente negli insegnamenti del Magistero universale della Chiesa e negli scritti dei Padri della Chiesa, nonché nelle parole e nei riti della Sacra Liturgia. La stessa vita della Chiesa ci mostra che gli eretici di tutti i tempi – anche il demonio si comportò così quando tentò Cristo nel deserto –hanno fatto uso della Sacra Scrittura per avvalorare le proprie opinioni, e un'esperienza secolare insegna che quando si prescinde dalla Tradizione è molto difficile cogliere l’integrità del messaggio rivelato. Grazie alla Tradizione, per esempio, la Chiesa conosce il canone o elenco dei libri sacri e li comprende con sempre maggiore profondità.

La Bibbia deve essere letta nella Chiesa e con la Chiesa. Lo stesso Cristo stabilì nella Chiesa un Magistero vivo con il compito di interpretare autenticamente la parola divina, scritta o trasmessa oralmente, esercitando l'autorità in nome di Gesù Cristo; questo Magistero è affidato ai Vescovi – successori degli Apostoli – in comunione col Papa – successore di Pietro[32]. Tradizione e Scrittura sono state affidate alla Chiesa e solo al Magistero spetta interpretarle autenticamente e predicarle con autorità. E così l’una e l’altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e riverenza 33. La Chiesa non aggiunge nulla di essenziale alla Bibbia, però solo nella Chiesa la Sacra Scrittura acquista il suo vero significato; cioè, il Magistero “non è superiore alla parola di Dio ma la serve, insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola, e da questo unico deposito della fede attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio”34.

 

Conclusioni

 

La Rivelazione divina ci ha fornito il quadro appropriato alle parole e agli avvenimenti riportati nei libri sacri. La principale causa di una non corretta o incompleta comprensione del testo sacro è dovuta con frequenza più ad ignoranza che a cattiva volontà. Per evitare questo, il Magistero della Chiesa raccomanda tre cose: primo, meditare, studiare e contemplare le Scritture conservandole nel nostro cuore, e in particolare spingere la ricerca teologica ad approfondire la conoscenza della verità rivelata; secondo, ascoltare il Papa e i Vescovi in comunione con lui, perché essendo i successori degli Apostoli hanno ricevuto un carisma certo di verità; terzo, cercare di comprendere intimamente i misteri che viviamo35.

La lettura meditata della Bibbia ha fatto molti santi. Nel meditare il contenuto della Rivelazione divina i santi espongono e formulano nuovi concetti, o ne sottolineano altri già conosciuti, cioè, il loro ammirabile contributo nell’ambito teologico e spirituale si deve più alla comunicazione di una esperienza carismatica ottenuta attraverso la contemplazione dei testi biblici, che a riflessioni specifiche precedenti derivate da altre fonti 36.

Non basta, dunque, lo studio del testo biblico; se vogliamo accrescere la comprensione del “deposito” rivelato dobbiamo chiedere luci allo Spirito Santo per andare a fondo nella conoscenza della Parola di Dio che è anche parola umana, che fa la storia e che si fa nella storia, che è verità definitiva e nello stesso tempo in continuo progresso, che è letta nella Chiesa e “riletta” con la Chiesa, che è evento passato e attuale.

 

INDICE

 

TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI

 

INTRODUZIONE

 

PRIMA PARTE: BIBBIA, RIVELAZIONE  E STORIA

 

CAPITOLO I: LA RIVELAZIONE DIVINA

 

° La Bibbia: Antico e Nuovo Testamento

° La Rivelazione divina

° Rivelazione attraverso parole e opere

° Tappe della rivelazione divina

° La pienezza della rivelazione

° La parola divina di Cristo alla sua Chiesa

° Conclusioni

 

CAPITOLO II : I LIBRI DELLA BIBBIA

 

° La geografia della Bibbia

° La memoria di un popolo

° Il contesto storico dei libri della Sacra Scrittura

° Tappe principali nella formazione  dell’Antico Testamento

° I libri del Nuovo Testamento e la loro collocazione storica

° Conclusioni

 

CAPITOLO III : L'INTEGRITA’ DELLA BIBBIA

 

° Le lingue della Bibbia

° I manoscritti, fonti documentali della Bibbia

° Storia del testo ebraico dell’Antico Testamento

° Storia del testo greco del Nuovo Testamento

° La critica testuale

° Le traduzioni della Bibbia

° Conclusioni

 

SECONDA PARTE: LA BIBBIA COME TESTO LETTERARIO

 

CAPITOLO IV : LIBRI ISPIRATI E VERITA’ DELLA BIBBIA

 

° La Bibbia come libro ispirato

° L’ispirazione divina della Bibbia, verità di fede

° Natura dell’ispirazione biblica

° Spiegazione teologica dell’ispirazione biblica

° I libri ispirati insegnano la verità

° Veracità e inerranza biblica

° Conclusioni

 

CAPITOLO V : IL CANONE DELLE SCRITTURE

 

° La Bibbia come testo normativo                   

° Il canone dei libri ispirati, regola della fede

° Storia del canone dell’Antico Testamento

° Storia del canone del Nuovo Testamento

° I libri "deuterocanonici" del Nuovo Testamento

° Criteri di canonicità

° I libri apocrifi

° Conclusioni

 

CAPITOLO VI : SANTITA’ E UNITA’ DEI DUE TESTAMENTI

 

° La Bibbia come testo santo

° Perfezione morale dei libri biblici

° L’unità della Sacra Scrittura

° Il Nuovo Testamento, pienezza dell’Antico

° Unità di contenuti dei due Testamenti

° Lettura dell’Antico Testamento a partire dal Nuovo

° Conclusioni

 

CAPITOLO VII : L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA

 

° La Bibbia come testo umano

° L’interprete divino della Bibbia

° L'Incarnazione e l'interpretazione della Parola

° Disposizioni dell’interprete umano della Bibbia

° Metodi e approcci dell’interpretazione biblica

° Diversità di piani nell’interpretazione biblica

° Il metodo storico-critico (Piano storico-letterario)

° I significati della Scrittura Santa (Piano teologico)

° La Bibbia, libro di tutti i tempi (Piano dell'attualizzazione)

° Criteri ermeneutici dell’esegesi  cattolica

° Errori attuali

° Conclusioni

 

TERZA PARTE: BIBBIA, SALVEZZA E CHIESA

 

CAPITOLO VIII : LE CHIAVI DELL’ANTICA ALLEANZA

 

° “Storia sacra”, storia di salvezza

° Pedagogia divina e preparazione evangelica

° L’Elezione

° Le Promesse

° L’Alleanza

° La Legge

° La Terra Promessa

° Il Regno di Dio

° La Monarchia davidica

° Il Tempio

° L’Esilio

° Il Messia

° La Sapienza

° Conclusioni

 

CAPITOLO IX : LA NUOVA ALLEANZA DI CRISTO

 

° Pienezza dei tempi e Nuova Alleanza di Gesù Cristo

° Il messaggio salvifico dei Vangeli

° La Chiesa nel libro degli Atti

° La salvezza nelle Lettere di san Paolo

° Salvezza e vita cristiana nelle Lettere cattoliche

° Salvezza e tempo futuro nel Nuovo Testamento

° Conclusioni

 

CAPITOLO X : LA SCRITTURA NELLA VITA DELLA CHIESA

 

° La Bibbia nella vita della Chiesa

° L’unità dei cristiani e i libri Sacri

° Le Scritture sante nella Liturgia

° La Sacra Scrittura, anima della Teologia

° Bibbia e preghiera

° I Libri sacri nella catechesi

° La predicazione e la Sacra Scrittura

° La Bibbia e l’inculturazione

° Conclusioni

 

Tavola I: QUADRO DEI LIBRI CANONICI

 

Tavola II: CRONOLOGIA BIBLICA

 

CENNI BIBLIOGRAFICI

 



[1] Cfr CCC, 120. Un quadro completo dei libri della Bibbia è riportato nella Tabella I alla fine del volume.

[2] Gli ebrei per designare le Scritture dicono tradizionalmente la Legge (Toràh), i Profeti (Nebiim) e gli Scritti  (Ketubim), espressione che è presente nel prologo del libro del Siracide (o Ecclesiastico). La Bibbia viene designata anche con Miqrà, il libro della  lettura o la sacra Scrittura. Altro modo popolare per indicare la Bibbia è Tanak, parola formata dalle iniziali di Toràh, Nebiim  e Ketubim.

[3] Una esposizione più ampia è presente in DB, voce: Bibbia.

[4] Gal 4,4.

[5] Cfr DV, 6; CCC, 50.

[6]  DV, 2.

[7] CCC, 52.

[8] Cfr Mt 11,27; Gv  1, 14.17; 14,6; 17,1-3; 2 Cor 3,16; 4,6; Ef 1,3-14. Vedi anche DV, 2.

[9]  DV, 12.

[10] Es 20,2a.

[11] Es 20,2b.

[12] Gv 13, 12-17.    

[13] Cfr CCC, 70-73;  DV, 3.     

[14] Gn 3,15.

[15] CCC, 54.      

[16] CCC, 55; DV, 3.   

[17] “ In te saranno benedette tutte le nazioni della terra”(Gn 12,3, versione dei LXX). Cfr CCC, 59.

[18] Cfr CCC, 60.  

[19] CCC, 62.

[20] Cfr CCC, 64.          

[21] AA.VV., La Bibbia di Navarra, I quattro Vangeli, Ares 1988, p.10; cfr Gal 4,4.

[22] Eb 1, 1-2.

[23] DV, 4.         

[24] Citato in CCC, 65.                

[25] DV, 4.

[26] Cfr CCC, 65-67; 73.          

[27] Cfr CCC, 76; DV, 7.          

[28] Cfr DV, 8; CCC, 78.

[29] CCC, 81.           

[30] Cfr DV, 10; CCC, 84.                        

[31] DV, 9.

[32] Cfr CCC, 85.

33 Cfr DV, 9; CCC, 82.

34 DV,10; CCC, 86; cfr CCC, 95.

35 Cfr CCC, 94; DV, 8.

36 Cfr, per esempio, AA.VV., Santi nel mondo (Studi sugli scritti del beato Josemaría Escrivá), Ares, Milano 1992.

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