I MARTIRI:
LIEVITO
DELLA STORIA DEL NOVECENTO
La loro memoria consegnata al terzo millennio sia trasmessa di
generazione in generazione.
È questa la consegna che Giovanni Paolo II ha affidato a tutti i
cristiani del nuovo millennio nel corso della commemorazione ecumenica dei
Testimoni della Fede del XX secolo, svoltasi nel
pomeriggio di domenica 7 maggio 2000, al Colosseo.
Questi i punti nodali del discorso del Santo Padre:
È Cristo il chicco di frumento
che morendo ha dato frutti di vita immortale.
"E sulle orme del Re crocifisso si sono posti i suoi discepoli, diventati nel
corso dei secoli schiere innumerevoli di ogni nazione, razza, popolo e
lingua";
Una suggestiva
celebrazione giubilare accanto al Colosseo.
"I
monumenti e le rovine dell'antica Roma parlano all'umanità delle sofferenze e
delle persecuzioni sopportate con eroica fortezza dai nostri padri nella fede,
i cristiani delle prime generazioni"; "Quanti cristiani, in ogni
Continente, nel corso del Novecento hanno pagato il loro amore a Cristo anche
versando il sangue!";
Sono testimone io stesso, negli
anni della mia giovinezza, di tanto dolore e di tante
prove.
“ Il mio sacerdozio, fin dalle
sue origini, si è iscritto nel grande sacrificio di
tanti uomini e di tante donne della mia generazione - L'esperienza della
Seconda Guerra Mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con
grata attenzione, l'esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento
sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per
la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo";
La loro memoria non deve andare
perduta, anzi va recuperata in maniera documentata.
"I nomi
di molti non sono conosciuti; i nomi di alcuni sono stati infangati dai
persecutori, che hanno cercato di aggiungere al martirio l'ignominia; i nomi di
altri sono stati occultati dai carnefici";
“Un grande affresco
dell'umanità cristiana del ventesimo secolo. Un affresco del vangelo delle
Beatitudini, vissuto sino allo spargimento del sangue - La persecuzione ha
toccato quasi tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali nel Novecento, unendo i
cristiani nei luoghi del dolore e facendo del loro comune sacrificio un segno
di speranza per i tempi che verranno";
Tanti hanno rifiutato di
piegarsi al culto degli idoli del ventesimo secolo, e
sono stati sacrificati dal comunismo, dal nazismo, dall'idolatria dello Stato o
della razza.
"Molti altri sono caduti
nel corso di guerre etniche o tribali, perché avevano rifiutato una logica
estranea al Vangelo di Cristo. Alcuni hanno conosciuto la morte, perché, sul
modello del buon Pastore, hanno voluto restare con i
loro fedeli, nonostante le minacce. In ogni continente e lungo l'intero
Novecento, c'è stato chi ha preferito farsi uccidere, piuttosto che venir meno
alla propria missione. Religiosi e religiose hanno
vissuto la loro consacrazione sino all'effusione del sangue";
Nella loro fragilità è rifulsa
la forza della fede e della grazia del Signore.
"I testimoni della fede,
che anche questa sera ci parlano con il loro esempio, non hanno considerato il
proprio tornaconto, il proprio benessere, la propria
sopravvivenza come valori più grandi della fedeltà al Vangelo. Pur nella loro
debolezza, essi hanno opposto strenua resistenza al male";
Resti viva, anzi cresca, nel secolo e nel millennio appena avviati, la
memoria di questi nostri fratelli e sorelle.
"Sia trasmessa di generazione in generazione, perché
da essa germini un profondo rinnovamento
cristiano!".