Articolo 5: “Gesù
Cristo discese agli inferi, risuscitò dai morti il terzo giorno”
Introduzione
[631] Gesù era disceso nelle
regioni inferiori della terra: «Colui che discese è lo stesso che anche ascese»
(Ef 4,10). Il Simbolo degli
Apostoli professa in uno stesso articolo di fede la discesa di Cristo agli
inferi e la sua Risurrezione dai morti il terzo giorno, perché nella sua Pasqua
egli dall’abisso della morte ha fatto scaturire la vita:Cristo, tuo Figlio,che,
risuscitato dai morti,fa risplendere sugli uomini la sua luce serena,e vive e
regna nei secoli dei secoli. Amen .
Paragrafo 1: Cristo
discese agli inferi
[632] Le frequenti affermazioni
del Nuovo Testamento secondo le quali Gesù «è risuscitato dai morti» (At 3,15; Rm 8,11; 1Cor 15,20)
presuppongono che, preliminarmente alla Risurrezione, egli abbia dimorato nel
soggiorno dei morti . È il senso primo che la predicazione apostolica ha dato
alla discesa di Gesù agli inferi: Gesù ha conosciuto la morte come tutti gli
uomini e li ha raggiunti con la sua anima nella dimora dei morti. Ma egli vi è
disceso come Salvatore, proclamando la Buona Novella agli spiriti che vi si
trovavano prigionieri .
[633] La Scrittura chiama inferi,
shéol o ade il soggiorno dei morti dove
Cristo morto è disceso, perché quelli che vi si trovano sono privati della
visione di Dio . Tale infatti è, nell’attesa del Redentore, la sorte di tutti i
morti, cattivi o giusti; il che non
vuol dire che la loro sorte sia identica, come dimostra Gesù nella parabola del
povero Lazzaro accolto nel «seno di Abramo» . «Furono appunto le anime di
questi giusti in attesa del Cristo a essere liberate da Gesù disceso
all’inferno» . Gesù non è disceso agli inferi per liberare i dannati né per distruggere l’inferno della
dannazione, ma per liberare i giusti
che l’avevano preceduto .
[634] «La Buona Novella è stata
annunciata anche ai morti...» (1Pt 4,6).
La discesa agli inferi è il pieno compimento dell’annunzio evangelico della
salvezza. È la fase ultima della missione messianica di Gesù, fase condensata
nel tempo ma immensamente ampia nel suo reale significato di estensione
dell’opera redentrice a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi,
perché tutti coloro i quali sono salvati sono stati resi partecipi della
Redenzione.
[635] Cristo, dunque, è disceso
nella profondità della morte affinché i
morti udissero la voce del Figlio di Dio e, ascoltandola, vivessero . Gesù
«l’Autore della vita» (At 3,15)
ha ridotto «all’impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere,
cioè il diavolo» liberando «così tutti quelli che per timore della morte erano
soggetti a schiavitù per tutta la vita» (Eb 2,14-15). Ormai Cristo risuscitato ha «potere sopra la morte e
sopra gli inferi» (Ap 1,18) e
«nel nome di Gesù ogni ginocchio» si piega «nei cieli, sulla terra e sotto
terra» (Fil 2,10).Oggi sulla terra c’è grande
silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la
terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato
ed ha svegliato coloro che da secoli dormivano... Egli va a cercare il primo
padre, come la pecora smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che
siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a
liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva, che si trovano in prigione... «Io sono
il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio. Svegliati, tu che dormi!
Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai
morti. Io sono la Vita dei morti» .
In
sintesi
[636] Con
l’espressione «Gesù discese agli inferi», il Simbolo professa che Gesù è morto
realmente e che, mediante la sua morte per noi, egli ha vinto la morte e il
diavolo «che della morte ha il potere» (Eb 2,14).
[637] Cristo morto, con l’anima unita alla sua Persona divina
è disceso alla dimora dei morti. Egli ha aperto le porte del cielo ai giusti
che l’avevano preceduto.