I.
Tutta la vita di Cristo è Mistero
[514] Non compaiono nei Vangeli
molte cose che interessano la curiosità umana a riguardo di Gesù. Quasi niente
vi si dice della sua vita a Nazaret, e anche di una notevole parte della sua
vita pubblica non si fa parola . Ciò che è contenuto nei Vangeli, è stato
scritto «perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché,
credendo, abbiate la vita nel suo Nome» (Gv 20,31).
[515] I Vangeli sono scritti da
uomini che sono stati tra i primi a credere
e che vogliono condividere con altri la loro fede. Avendo conosciuto,
nella fede, chi è Gesù, hanno potuto scorgere e fare scorgere in tutta la sua
vita terrena le tracce del suo Mistero. Dalle fasce della sua nascita, fino all’aceto della sua passione e al sudario della Risurrezione, tutto nella vita di Gesù è segno del suo
Mistero. Attraverso i suoi gesti, i suoi miracoli, le sue parole, è stato
rivelato che «in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9). In tal modo la sua umanità
appare come «il sacramento», cioè il segno e lo strumento della sua divinità e
della salvezza che egli reca: ciò che era visibile nella sua vita terrena
condusse al Mistero invisibile della sua filiazione divina e della sua missione
redentrice.
I tratti comuni dei
Misteri di Gesù
[516] Tutta la vita di Cristo è Rivelazione del Padre: le sue parole e le sue
azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare.
Gesù può dire: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9), e il Padre: «Questi è il Figlio mio, l’eletto;
ascoltatelo» (Lc 9,35). Poiché
il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, i più piccoli tratti dei suoi Misteri ci
manifestano «l’amore di Dio per noi» (1Gv
4,9).
[517] Tutta la vita di Cristo è
Mistero di Redenzione. La Redenzione è frutto innanzi tutto del sangue
della croce, ma questo Mistero opera
nell’intera vita di Cristo: già nella sua Incarnazione, per la quale, facendosi
povero, ci ha arricchiti con la sua povertà;
nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione, ripara la nostra insubordinazione; nella sua
parola che purifica i suoi ascoltatori;
nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali «ha preso
le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie» (Mt 8,17); nella sua Risurrezione, con la quale ci giustifica .
[518] Tutta la vita di Cristo è
Mistero di Ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto,
aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l’uomo decaduto:
"Allorché si è incarnato
e si è fatto uomo, ha ricapitolato in se stesso la lunga storia degli uomini e
in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo in Gesù Cristo
ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d’essere ad immagine e somiglianza di
Dio . Per questo appunto Cristo è passato attraverso tutte le età della vita,
restituendo con ciò a tutti gli uomini la comunione con Dio".
( S.Ireneo )
La nostra comunione ai
Misteri di Gesù
[519] Tutta la ricchezza di Cristo
«è destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di ciascuno» . Cristo non ha
vissuto la sua vita per sé, ma per noi, dalla sua Incarnazione «per noi
uomini e per la nostra salvezza» fino alla sua morte «per i nostri peccati» (1Cor 15,3) e alla sua Risurrezione
«per la nostra giustificazione» (Rm
4,25). E anche adesso, è «nostro avvocato presso il Padre» (1Gv 2,1), «essendo sempre vivo per
intercedere» a nostro favore (Eb 7,25).
Con tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta
sempre «al cospetto di Dio in nostro favore» (Eb 9,24).
[520] Durante tutta la sua vita,
Gesù si mostra come nostro modello:
è «l’uomo perfetto» che ci
invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha
dato un esempio da imitare, con la sua
preghiera, attira alla preghiera, con
la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le
persecuzioni .
[521] Tutto
ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. «Con l’Incarnazione il Figlio di Dio si è
unito in certo modo a ogni uomo» . Siamo chiamati a formare una cosa sola con
lui; egli ci fa comunicare come membra del suo Corpo a ciò che ha vissuto nella
sua carne per noi e come nostro modello:
"Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine,
completare gli stati e i Misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti
lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa... Il Figlio di Dio
desidera una certa partecipazione e come un’estensione e continuazione in noi e
in tutta la sua Chiesa dei suoi Misteri mediante le grazie che vuole
comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi Misteri.
E con questo mezzo egli vuole completarli in noi". ( S.Giovanni Eudes )