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Paragrafo 2: GESÙ MORÌ CROCIFISSO

Paragrafo 2: GESÙ MORÌ CROCIFISSO

 

I. Il processo di Gesù

 

Divisioni delle autorità ebraiche a riguardo di Gesù

 

[595]   Tra le autorità religiose di Gerusalemme non ci sono stati solamente il fariseo Nicodemo  o il notabile Giuseppe di Arimatea ad essere, di nascosto, discepoli di Gesù,  ma a proposito di lui  sono sorti dissensi per lungo tempo al punto che alla vigilia stessa della sua passione, san Giovanni può dire di essi che «molti credettero in lui» anche se in maniera assai imperfetta (Gv 12,42). La cosa non ha nulla di sorprendente se si tiene presente che all’indomani della Pentecoste «un gran numero di sacerdoti aderiva alla fede» (At 6,7) e che «alcuni della setta dei farisei erano diventati credenti» (At 15,5) al punto che san Giacomo può dire a san Paolo che «parecchie migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla Legge» (At 21,20).

 

[596]   Le autorità religiose di Gerusalemme non sono state unanimi nella condotta da tenere nei riguardi di Gesù . I farisei hanno minacciato di scomunica coloro che lo avrebbero seguito . A coloro che temevano che tutti avrebbero creduto in lui e i Romani sarebbero venuti e avrebbero distrutto il loro Luogo santo e la loro nazione  il sommo sacerdote Caifa propose profetizzando: È «meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera» (Gv 11,49-50). Il Sinedrio, avendo dichiarato Gesù «reo di morte» (Mt 26,66) in quanto bestemmiatore, ma avendo perduto il diritto di mettere a morte,  consegna Gesù ai Romani accusandolo di rivolta politica,  cosa che lo metterà alla pari con Barabba accusato di «sommossa» (Lc 23,19). Sono anche minacce politiche quelle che i sommi sacerdoti esercitano su Pilato perché egli condanni a morte Gesù .

 

Gli Ebrei non sono collettivamente responsabili della morte di Gesù

 

[597]   Tenendo conto della complessità storica del processo di Gesù espressa nei racconti evangelici, e quale possa essere il peccato personale dei protagonisti del processo (Giuda, il Sinedrio, Pilato), che Dio solo conosce, non si può attribuirne la responsabilità all’insieme degli Ebrei di Gerusalemme, malgrado le grida di una folla manipolata  e i rimproveri collettivi contenuti negli appelli alla conversione dopo la Pentecoste . Gesù stesso perdonando sulla croce  e Pietro sul suo esempio, hanno riconosciuto l’«ignoranza» (At 3,17) degli Ebrei di Gerusalemme ed anche dei loro capi. Ancor meno si può, a partire dal grido del popolo: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli» (Mt 27,25) che è una formula di ratificazione,  estendere la responsabilità agli altri Ebrei nel tempo e nello spazio:Molto bene la Chiesa ha dichiarato nel Concilio Vaticano II:

 

«Quanto è stato commesso durante la Passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo... Gli Ebrei non devono essere presentati né come rigettati da Dio, né come maledetti, come se ciò scaturisse dalla Sacra Scrittura» .

 

Tutti i peccatori furono gli autori della Passione di Cristo

 

[598]   La Chiesa, nel magistero della sua fede e nella testimonianza dei suoi santi, non ha mai dimenticato che «ogni singolo peccatore è realmente causa e strumento delle... sofferenze» del divino Redentore . Tenendo conto del fatto che i nostri peccati offendono Cristo stesso,  la Chiesa non esita ad imputare ai cristiani la responsabilità più grave nel supplizio di Gesù, responsabilità che troppo spesso essi hanno fatto ricadere unicamente sugli Ebrei:

 

"È chiaro che più gravemente colpevoli sono coloro che più spesso ricadono nel peccato. Se infatti le nostre colpe hanno tratto Cristo al supplizio della croce, coloro che si immergono nell’iniquità crocifiggono nuovamente, per quanto sta in loro, il Figlio di Dio e lo scherniscono  con un delitto ben più grave in loro che non negli Ebrei. Questi infatti - afferma san Paolo non avrebbero crocifisso Gesù se lo avessero conosciuto come re divino .Noi cristiani, invece, pur confessando di conoscerlo, di fatto lo rinneghiamo con le nostre opere e leviamo contro di lui le nostre mani violente e peccatrici".

( Catechismo Romano )

 

"E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccati". ( S.Francesco di Sales )

 

 

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