IV. Come il Figlio di Dio è uomo
[470] Poiché nella misteriosa
unione dell’Incarnazione «la natura umana è stata assunta, senza per questo
venir annientata», la Chiesa nel corso
dei secoli è stata condotta a confessare la piena realtà dell’anima umana, con
le sue operazioni di intelligenza e di volontà, e del corpo umano di Cristo. Ma
parallelamente ha dovuto di volta in volta ricordare che la natura umana di
Cristo appartiene in proprio alla Persona divina del Figlio di Dio che l’ha
assunta. Tutto ciò che egli è e ciò che egli fa in essa deriva da «Uno della
Trinità». Il Figlio di Dio, quindi, comunica alla sua umanità il suo modo
personale d’esistere nella Trinità. Pertanto, nella sua anima come nel suo
corpo, Cristo esprime umanamente i comportamenti divini della Trinità:
"Il Figlio di Dio... ha
lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà
d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto
veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato". ( Gaudium et spes 22 )
L’anima e la conoscenza
umana di Cristo
[471] Apollinare di Laodicea
sosteneva che in Cristo il Verbo aveva preso il posto dell’anima o dello
spirito. Contro questo errore la Chiesa ha confessato che il Figlio eterno ha
assunto anche un’anima razionale umana .
[472] L’anima umana che il Figlio
di Dio ha assunto è dotata di una vera conoscenza umana. In quanto tale, essa
non poteva di per sé essere illimitata: era esercitata nelle condizioni
storiche della sua esistenza nello spazio e nel tempo. Per questo il Figlio di Dio,
facendosi uomo, ha potuto voler «crescere in sapienza, età e grazia» (Lc 2,52) e anche doversi informare
intorno a ciò che nella condizione umana non si può apprendere che attraverso
l’esperienza . Questo era del tutto consono alla realtà del suo volontario
umiliarsi nella «condizione di servo» (Fil
2,7).
[473] Al tempo stesso, però,
questa conoscenza veramente umana del Figlio di Dio esprimeva la vita divina
della sua Persona . «La natura umana del Figlio di Dio, non da sé ma per la sua
unione con il Verbo, conosceva e manifestava nella Persona di Cristo
tutto ciò che conviene a Dio» . È, innanzi tutto, il caso della conoscenza
intima e immediata che il Figlio di Dio fatto uomo ha del Padre suo . Il Figlio
di Dio anche nella sua conoscenza umana mostrava la penetrazione divina che
egli aveva dei pensieri segreti del cuore degli uomini .
[474] La conoscenza umana di
Cristo, per la sua unione alla Sapienza divina nella Persona del Verbo
incarnato, fruiva in pienezza della scienza dei disegni eterni che egli era
venuto a rivelare . Ciò che in questo campo dice di ignorare, dichiara altrove di non avere la missione di
rivelarlo .
La volontà umana di
Cristo
[475] Parallelamente, la Chiesa
nel sesto Concilio Ecumenico ha
dichiarato che Cristo ha due volontà e due operazioni naturali, divine e umane,
non opposte, ma cooperanti, in modo che il Verbo fatto carne ha umanamente
voluto, in obbedienza al Padre, tutto ciò che ha divinamente deciso con il
Padre e con lo Spirito Santo per la nostra salvezza . La volontà umana di
Cristo «segue, senza opposizione o riluttanza, o meglio, è sottoposta alla sua
volontà divina e onnipotente» .
Il vero Corpo di Cristo
[476] Poiché il Verbo si è fatto
carne assumendo una vera umanità, il Corpo di Cristo era delimitato . Perciò
l’aspetto umano di Cristo può essere «rappresentato» (Gal 3,1). Nel settimo Concilio Ecumenico la Chiesa ha riconosciuto
legittimo che venga raffigurato mediante «venerande e sante immagini» .
[477] Al tempo stesso la Chiesa ha
sempre riconosciuto che nel Corpo di Gesù il «Verbo invisibile apparve
visibilmente nella nostra carne» . In realtà, le caratteristiche individuali
del Corpo di Cristo esprimono la Persona divina del Figlio di Dio. Questi ha
fatto a tal punto suoi i lineamenti del suo Corpo umano che, dipinti in una
santa immagine, possono essere venerati, perché il credente che venera
«l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto» .
Il
Cuore del Verbo incarnato
[478] Gesù
ci ha conosciuti e amati, tutti e ciascuno, durante la sua vita, la sua agonia
e la sua passione, e per ognuno di noi si è offerto: «Il Figlio di Dio mi ha
amato e ha dato se stesso per me» (Gal
2,20). Ci ha amati tutti con un cuore umano. Per questo motivo, il sacro
Cuore di Gesù, trafitto a causa dei nostri peccati e per la nostra
salvezza,
«praecipuus consideratur index et symbolus...
illius amoris, quo divinus Redemptor aeternum Patrem hominesque universos
continenter adamat,
è considerato il segno e simbolo principale... di quell’infinito amore,
col quale il Redentore divino incessantemente ama l’eterno Padre e tutti gli
uomini» . (
PioXII )