III. I Misteri della vita pubblica di Gesù
Il battesimo di Gesù
[535] L’inizio della vita pubblica di Gesù è il suo
battesimo da parte di Giovanni nel Giordano . Giovanni predicava «un battesimo
di conversione per il perdono dei peccati» (Lc 3,3). Una folla di peccatori, pubblicani e soldati, farisei e sadducei e prostitute vengono a
farsi battezzare da lui. Ed ecco comparire Gesù. Il Battista esita, Gesù
insiste: riceve il battesimo. Allora lo Spirito Santo, sotto forma di colomba,
scende su Gesù e «una voce dal cielo» dice: «Questi è il Figlio mio prediletto»
. È la manifestazione (Epifania») di Gesù come Messia di Israele e Figlio di
Dio.
[536] Il battesimo di Gesù è, da
parte di lui, l’accettazione e l’inaugurazione della sua missione di Servo sofferente.
Egli si lascia annoverare tra i peccatori;
è già «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29); già anticipa il «battesimo»
della sua morte cruenta . Già viene ad adempiere «ogni giustizia» (Mt 3,15), cioè si sottomette
totalmente alla volontà del Padre suo: accetta per amore il battesimo di morte
per la remissione dei nostri peccati . A tale accettazione risponde la voce del
Padre che nel Figlio suo si compiace . Lo Spirito, che Gesù possiede in
pienezza fin dal suo concepimento, si posa e rimane su di lui . Egli ne sarà la
sorgente per tutta l’umanità. Al suo battesimo, «si aprirono i cieli» (Mt 3,16) che il peccato di Adamo aveva
chiuso; e le acque sono santificate dalla discesa di Gesù e dello Spirito,
preludio della nuova creazione.
[537] Con il Battesimo, il
cristiano è sacramentalmente assimilato a Gesù, il quale con il suo battesimo
anticipa la sua morte e la sua Risurrezione; il cristiano deve entrare in
questo mistero di umile abbassamento e pentimento, discendere nell’acqua con
Gesù, per risalire con lui, rinascere dall’acqua e dallo Spirito per diventare,
nel Figlio, figlio amato dal Padre e «camminare in una vita nuova» (Rm 6,4):
"Scendiamo nella tomba
insieme con Cristo per mezzo del Battesimo, in modo da poter anche risorgere
insieme con lui; scendiamo con lui per poter anche risalire con lui; risaliamo
con lui, per poter anche essere glorificati con lui". ( S.Gregorio Nazianzeno )
"Tutto ciò che è
avvenuto in Cristo ci fa comprendere che, dopo l’immersione nell’acqua, lo
Spirito Santo vola su di noi dall’alto del cielo e che, adottati dalla Voce del
Padre, diventiamo figli di Dio". ( S.Ilario di Poitiers )
La tentazione di Gesù
[538] I Vangeli parlano di un
tempo di solitudine di Gesù nel deserto, immediatamente dopo che ebbe ricevuto
il battesimo da Giovanni: «Sospinto» dallo Spirito nel deserto, Gesù vi rimane
quaranta giorni digiunando; sta con le fiere e gli angeli lo servono .
Terminato questo periodo, Satana lo tenta tre volte cercando di mettere alla
prova la sua disposizione filiale verso Dio. Gesù respinge tali assalti che
ricapitolano le tentazioni di Adamo nel Paradiso e quelle d’Israele nel
deserto, e il diavolo si allontana da lui «per ritornare al tempo fissato» (Lc 4,13).
[539] Gli evangelisti rilevano il
senso salvifico di questo misterioso avvenimento. Gesù è il nuovo Adamo,
rimasto fedele mentre il primo ha ceduto alla tentazione. Gesù compie
perfettamente la vocazione d’Israele: contrariamente a coloro che in passato
provocarono Dio durante i quaranta anni nel deserto, Cristo si rivela come il Servo di Dio obbediente in tutto alla
divina volontà. Così Gesù è vincitore del diavolo: egli ha «legato l’uomo
forte» per riprendergli il suo bottino . La vittoria di Gesù sul tentatore nel
deserto anticipa la vittoria della passione, suprema obbedienza del suo amore
filiale per il Padre.
[540] La tentazione di Gesù
manifesta quale sia la messianicità del Figlio di Dio, in opposizione a quella
propostagli da Satana e che gli uomini
desiderano attribuirgli. Per questo Cristo ha vinto il tentatore per noi: «Infatti non abbiamo un sommo
sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui
stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato» (Eb 4,15). La Chiesa ogni anno si unisce
al Mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima.
«Il Regno di Dio è
vicino»
[541] «Dopo che Giovanni fu
arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva:
“Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al
Vangelo”» (Mc 1,15). «Cristo,
per adempiere la volontà del Padre, ha inaugurato in terra il Regno dei cieli»
. Ora, la volontà del Padre è di «elevare gli uomini alla partecipazione della
vita divina» . Lo fa radunando gli uomini attorno al Figlio suo, Gesù Cristo.
Questa assemblea è la Chiesa, la quale in terra costituisce «il germe e
l’inizio» del Regno di Dio .
[542] Cristo è al centro di questa
riunione degli uomini nella «famiglia di Dio». Li convoca attorno a sé con la sua
Parola, con i suoi «segni» che manifestano il Regno di Dio, con l’invio dei
suoi discepoli. Egli realizzerà la venuta del suo Regno soprattutto con il
grande Mistero della sua Pasqua: la sua morte in croce e la sua Risurrezione.
«Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32). «Tutti gli uomini sono chiamati a questa unione con
Cristo» .
L’annunzio del Regno di
Dio
[543] Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel
Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele, questo Regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di
tutte le nazioni . Per accedervi, è necessario accogliere la Parola di Gesù:
"La Parola del Signore è
paragonata appunto al seme che viene seminato in un campo: quelli che
l’ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo hanno accolto
il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino
al tempo del raccolto". ( Lumen gentium 5 )
[544] Il Regno appartiene ai
poveri e ai piccoli, cioè a coloro che l’hanno accolto con un cuore umile.
Gesù è mandato per «annunziare ai poveri un lieto messaggio» (Lc 4,18) . Li proclama beati, perché
«di essi è il Regno dei cieli» (Mt 5,3);
ai «piccoli» il Padre si è degnato di rivelare ciò che rimane nascosto ai
sapienti e agli intelligenti . Gesù condivide la vita dei poveri, dalla
mangiatoia alla croce; conosce la fame,
la sete e l’indigenza . Anzi,
arriva a identificarsi con ogni tipo di poveri e fa dell’amore operante verso
di loro la condizione per entrare nel suo Regno .
[545] Gesù invita i peccatori alla mensa del
Regno: «Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17) . Li invita alla conversione,
senza la quale non si può entrare nel Regno, ma nelle parole e nelle azioni
mostra loro l’infinita misericordia del Padre suo per loro e l’immensa «gioia» che si fa «in cielo per
un peccatore convertito» (Lc 15,7).
La prova suprema di tale amore sarà il sacrificio della propria vita «in
remissione dei peccati» (Mt 26,28).
[546] Gesù chiama ad entrare nel
Regno servendosi delle parabole, elemento tipico del suo insegnamento .
Con esse egli invita al banchetto del Regno,
ma chiede anche una scelta radicale: per acquistare il Regno, è
necessario «vendere» tutto; le parole
non bastano, occorrono i fatti . Le parabole sono come specchi per l’uomo:
accoglie la Parola come un terreno arido o come un terreno buono? Che uso fa dei talenti ricevuti? Al cuore delle parabole stanno velatamente
Gesù e la presenza del Regno in questo mondo. Occorre entrare nel Regno, cioè
diventare discepoli di Cristo per «conoscere i Misteri del Regno dei cieli» (Mt 13,11). Per coloro che rimangono
«fuori», tutto resta enigmatico .
I segni del Regno di Dio
[547] Gesù accompagna le sue
parole con numerosi «miracoli, prodigi e segni» (At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno è presente.
Attestano che Gesù è il Messia annunziato .
[548] I segni compiuti da Gesù
testimoniano che il Padre lo ha mandato . Essi sollecitano a credere in lui . A
coloro che gli si rivolgono con fede, egli concede ciò che domandano . Allora i
miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo:
testimoniano che egli è il Figlio di Dio . Ma possono anche essere motivo di
scandalo . Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico.
Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni; lo si accusa perfino di agire per mezzo dei
demoni .
[549] Liberando alcuni uomini dai
mali terreni della fame,
dell’ingiustizia, della malattia
e della morte, Gesù ha posto dei segni
messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di
quaggiù, ma per liberare gli uomini
dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato, che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e causa
tutti i loro asservimenti umani.
[550] La venuta del Regno di Dio è
la sconfitta del regno di Satana: «Se
io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il
Regno di Dio» (Mt 12,28). Gli esorcismi di Gesù liberano alcuni uomini
dal tormento dei demoni . Anticipano la grande vittoria di Gesù sul «principe
di questo mondo» (Gv 12,31). Il
Regno di Dio sarà definitivamente stabilito per mezzo della croce di Cristo: «Regnavit a ligno Deus Dio regnò dalla
croce» .
«Le chiavi del Regno»
[551] Fin dagli inizi della vita
pubblica, Gesù sceglie dodici uomini perché stiano con lui e prendano parte
alla sua missione; li fa partecipi
della sua autorità e li manda «ad annunziare il Regno di Dio e a guarire gli
infermi» (Lc 9,2). Restano per
sempre associati al Regno di Cristo, che, per mezzo di essi, guida la Chiesa:
"Io preparo per voi un Regno, come il Padre l’ha preparato per me; perché
possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio Regno, e sederete in trono a
giudicare le dodici tribù d’Israele" (Lc 22,29-30).
[552] Nel collegio dei Dodici
Simon Pietro occupa il primo posto . Gesù a lui ha affidato una missione unica.
Grazie ad una rivelazione concessagli dal Padre, Pietro aveva confessato: «Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Nostro Signore allora gli aveva
detto: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte
degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16,18). Cristo, «Pietra viva» (1Pt 2,4), assicura alla sua Chiesa fondata su Pietro la vittoria
sulle potenze di morte. Pietro, a causa della fede da lui confessata, resterà
la roccia incrollabile della Chiesa. Avrà la missione di custodire la fede
nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli .
[553] Gesù ha conferito a Pietro
un potere specifico: «A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che
legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla
terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19).
Il «potere delle chiavi» designa l’autorità per governare la casa di Dio, che è
la Chiesa. Gesù, «il Buon Pastore» (Gv
10,11) ha confermato questo incarico dopo la Risurrezione: «Pasci le mie
pecorelle» (Gv 21,15-17). Il
potere di «legare e sciogliere» indica l’autorità di assolvere dai peccati, di
pronunciare giudizi in materia di dottrina, e prendere decisioni disciplinari
nella Chiesa. Gesù ha conferito tale autorità alla Chiesa attraverso il
ministero degli Apostoli e
particolarmente di Pietro, il solo cui ha esplicitamente affidato le chiavi del
Regno.
Un anticipo del Regno:
la Trasfigurazione
[554] Dal giorno in cui Pietro ha
confessato che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il Maestro
«cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme,
e soffrire molto... e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno» (Mt 16,21). Pietro protesta a questo
annunzio, gli altri addirittura non lo
comprendono . In tale contesto si colloca l’episodio misterioso della
Trasfigurazione di Gesù su un alto monte,
davanti a tre testimoni da lui scelti: Pietro, Giacomo e Giovanni. Il volto e
la veste di Gesù diventano sfolgoranti di luce, appaiono Mosè ed Elia che
parlano «della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme» (Lc 9,31). Una nube li avvolge e una
voce dal cielo dice: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35).
[555] Per un istante, Gesù mostra
la sua gloria divina, confermando così la confessione di Pietro. Rivela anche
che, per «entrare nella sua gloria» (Lc
24,26), deve passare attraverso la croce a Gerusalemme. Mosè ed Elia
avevano visto la gloria di Dio sul Monte; la Legge e i profeti avevano
annunziato le sofferenze del Messia . La passione di Gesù è proprio la volontà
del Padre: il Figlio agisce come Servo di Dio . La nube indica la presenza
dello Spirito Santo: «Tota Trinitas apparuit: Pater in voce; Filius in homine,
Spiritus in nube clara - Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il
Figlio nell’uomo, lo Spirito nella nube luminosa»:
"Tu ti sei trasfigurato
sul monte, e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno
contemplato la tua gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto
crocifisso, comprendessero che la tua passione era volontaria ed annunziassero
al mondo che tu sei veramente l’irradiazione del Padre". ( Liturgia bizantina )
[556] Alla soglia della vita
pubblica: il battesimo; alla soglia della Pasqua: la Trasfigurazione. Col
battesimo di Gesù «declaratum fuit
mysterium primae regenerationis - fu manifestato il mistero della prima
rigenerazione: il nostro Battesimo»; la Trasfigurazione «est sacramentum secundae regenerationis - è il sacramento della
seconda rigenerazione: la nostra risurrezione» . Fin d’ora noi partecipiamo
alla Risurrezione del Signore mediante lo Spirito Santo che agisce nel
sacramento del Corpo di Cristo. La Trasfigurazione ci offre un anticipo della
venuta gloriosa di Cristo «il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per
conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil
3,21). Ma ci ricorda anche che «è necessario attraversare molte
tribolazioni per entrare nel Regno di Dio» (At 14,22):
"Pietro non lo capiva
ancora quando sul monte desiderava vivere con Cristo. Questa felicità Cristo te
la riservava dopo la morte, o Pietro. Ora invece egli stesso ti dice: Discendi
ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, a essere disprezzato, a
essere crocifisso sulla terra. È discesa la Vita per essere uccisa; è disceso
il Pane per sentire la fame; è discesa la Via, perché sentisse la stanchezza
del cammino; è discesa la sorgente per aver sete; e tu rifiuti di soffrire?" ( S.Agostino )
La salita di Gesù a
Gerusalemme
[557] «Mentre stavano compiendosi
i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, (Gesù) si diresse decisamente
verso Gerusalemme» (Lc 9,51) .
Con questa decisione, indicava che saliva a Gerusalemme pronto a morire. A tre
riprese aveva annunziato la sua passione e la sua Risurrezione . Dirigendosi
verso Gerusalemme dice: «Non è possibile che un profeta muoia fuori di
Gerusalemme» (Lc 13,33).
[558] Gesù ricorda il martirio dei
profeti che erano stati messi a morte a Gerusalemme . Tuttavia, non desiste
dall’invitare Gerusalemme a raccogliersi attorno a lui: «Gerusalemme... quante
volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini
sotto le ali, e voi non avete voluto!» (Mt
23,37b). Quando arriva in vista di Gerusalemme, Gesù piange sulla città
ed ancora una volta manifesta il desiderio del suo cuore: «Se avessi compreso
anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai
tuoi occhi» (Lc 19,41-42).
L’ingresso messianico di
Gesù a Gerusalemme
[559] Come Gerusalemme accoglierà
il suo Messia? Dopo essersi sempre sottratto ai tentativi del popolo di farlo
re, Gesù sceglie il tempo e prepara nei
dettagli il suo ingresso messianico nella città di «Davide, suo padre» (Lc 1,32) . È acclamato come il figlio
di Davide, colui che porta la salvezza («Hosanna»
significa: «Oh, sì, salvaci!», «donaci la salvezza!»). Ora, «Re della gloria» (Sal 24,7-10) entra nella sua città
cavalcando un asino: egli non conquista
la Figlia di Sion, figura della sua Chiesa, né con l’astuzia né con la
violenza, ma con l’umiltà che rende testimonianza alla Verità . Per questo i
soggetti del suo Regno, in quel giorno, sono i fanciulli e i «poveri di Dio», i quali lo acclamano
come gli angeli lo avevano annunziato ai pastori . La loro acclamazione,
«Benedetto colui che viene nel Nome del Signore» (Sal 118,26), è ripresa dalla Chiesa nel «Sanctus» della Liturgia
eucaristica come introduzione al memoriale della Pasqua del Signore.
[560] L’ingresso
di Gesù a Gerusalemme manifesta l’avvento del Regno che il Re-Messia si accinge
a realizzare con la Pasqua della sua morte e Risurrezione. Con la celebrazione
dell’entrata di Gesù in Gerusalemme, la domenica delle Palme, la Liturgia della
Chiesa dà inizio alla Settimana Santa.