CAPITOLO PRIMO: IO
CREDO IN DIO PADRE
[198] La nostra professione di
fede incomincia con Dio, perché Dio è «il primo e l’ultimo» (Is 44,6), il Principio e la Fine di
tutto. Il Credo incomincia con Dio Padre,
perché il Padre è la prima Persona divina della Santissima Trinità; il nostro
Simbolo incomincia con la creazione del cielo e della terra, perché la
creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio.
Paragrafo 4: IL
CREATORE
Introduzione
[279] «In principio Dio creò il
cielo e la terra» (Gen 1,1). Con
queste solenni parole incomincia la Sacra Scrittura. Il Simbolo della fede le
riprende confessando Dio Padre onnipotente come «Creatore del cielo e della
terra», «di tutte le cose visibili e invisibili». Noi parleremo perciò innanzi
tutto del Creatore, poi della sua creazione, infine della caduta a causa del
peccato, da cui Gesù Cristo, il Figlio di Dio, è venuto a risollevarci.
[280] La creazione è il fondamento di «tutti i progetti
salvifici di Dio», «l’inizio della storia della salvezza», che culmina in Cristo. Inversamente, il
Mistero di Cristo è la luce decisiva sul mistero della creazione: rivela il
fine in vista del quale, «in principio, Dio creò il cielo e la terra» (Gen 1,1): dalle origini, Dio pensava
alla gloria della nuova creazione in Cristo .
[281] Per questo le letture della
Veglia Pasquale, celebrazione della nuova creazione in Cristo, iniziano con il
racconto della creazione; parimenti, nella Liturgia Bizantina, il racconto
della creazione è sempre la prima lettura delle vigilie delle grandi feste del
Signore. Secondo la testimonianza degli antichi, l’istruzione dei catecumeni
per il Battesimo segue lo stesso itinerario .
I.
La catechesi sulla creazione
[282] La catechesi sulla creazione
è di capitale importanza. Concerne i fondamenti stessi della vita umana e
cristiana: infatti esplicita la risposta della fede cristiana agli
interrogativi fondamentali che gli uomini di ogni tempo si sono posti: «Da dove
veniamo?» «Dove andiamo?» «Qual è la nostra origine?» «Quale il nostro fine?»
«Da dove viene e dove va tutto ciò che esiste?». Le due questioni, quella
dell’origine e quella del fine, sono inseparabili. Sono decisive per il senso e
l’orientamento della nostra vita e del nostro agire.
[283] La questione delle origini
del mondo e dell’uomo è oggetto di numerose ricerche scientifiche, che hanno
straordinariamente arricchito le nostre conoscenze sull’età e le dimensioni del
cosmo, sul divenire delle forme viventi, sull’apparizione del l’uomo. Tali
scoperte ci invitano ad una sempre maggiore ammirazione per la grandezza del
Creatore, e a ringraziarlo per tutte le sue opere e per l’intelligenza e la
sapienza di cui fa dono agli studiosi e ai ricercatori. Con Salomone costoro
possono dire: «Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose, per
comprendere la struttura del mondo e la forza degli elementi... perché mi ha
istruito la Sapienza, artefice di tutte le cose» (Sap 7,17-21).
[284] Il grande interesse, di cui
sono oggetto queste ricerche, è fortemente stimolato da una questione di altro
ordine, che oltrepassa il campo proprio delle scienze naturali. Non si tratta
soltanto di sapere quando e come sia sorto materialmente il cosmo, né quando
sia apparso l’uomo, quanto piuttosto di scoprire quale sia il senso di tale
origine: se cioè sia governata dal caso, da un destino cieco, da una necessità
anonima, oppure da un Essere trascendente, intelligente e buono, chiamato Dio.
E se il mondo proviene dalla sapienza e dalla bontà di Dio, perché il male? Da
dove viene? Chi ne è responsabile? C’è una liberazione da esso?
[285] Fin dagli inizi, la fede
cristiana è stata messa a confronto con risposte diverse dalla sua circa la
questione delle origini. Infatti, nelle religioni e nelle culture antiche si
trovano numerosi miti riguardanti le origini. Certi filosofi hanno affermato
che tutto è Dio, che il mondo è Dio, o che il divenire del mondo è il divenire
di Dio (panteismo); altri hanno detto che il mondo è una emanazione necessaria
di Dio, che scaturisce da questa sorgente e ad essa ritorna; altri ancora hanno
sostenuto l’esistenza di due princìpi eterni, il Bene e il Male, la Luce e le
Tenebre, in continuo conflitto (dualismo, manicheismo); secondo alcune di
queste concezioni, il mondo (almeno il mondo materiale) sarebbe cattivo,
prodotto di un decadimento, e quindi da respingere o oltrepassare (gnosi);
altri ammettono che il mondo sia stato fatto da Dio, ma alla maniera di un
orologiaio che, una volta fatto, l’avrebbe abbandonato a se stesso (deismo);
altri infine non ammettono alcuna origine trascendente del mondo, ma vedono in
esso il puro gioco di una materia che sarebbe sempre esistita (materialismo).
Tutti questi tentativi di spiegazione stanno a testimoniare la persistenza e
l’universalità del problema delle origini. Questa ricerca è propria dell’uomo.
[286] Indubbiamente,
l’intelligenza umana può già trovare una risposta al problema delle origini.
Infatti, è possibile conoscere con certezza l’esistenza di Dio Creatore
attraverso le sue opere, grazie alla luce della ragione umana, anche se questa conoscenza spesso è
offuscata e sfigurata dall’errore. Per questo la fede viene a confermare e a
far luce alla ragione nella retta intelligenza di queste verità: «Per fede
sappiamo che i mondi furono formati dalla Parola di Dio, sì che da cose non
visibili ha preso origine ciò che si vede» (Eb 11,3).
[287] La verità della creazione è
tanto importante per l’intera vita umana che Dio, nella sua tenerezza, ha
voluto rivelare al suo Popolo tutto ciò che al riguardo è necessario conoscere.
Al di là della conoscenza naturale che ogni uomo può avere del Creatore, Dio ha progressivamente rivelato a Israele
il mistero della creazione. Egli, che ha scelto i patriarchi, che ha fatto
uscire Israele dall’Egitto, e che, eleggendo Israele, l’ha creato e
formato, si rivela come colui al quale
appartengono tutti i popoli della terra e l’intera terra, come colui che, solo,
«ha fatto cielo e terra» (Sal 115,15;
Sal 124,8; Sal 134,3).
[288] La rivelazione della creazione
è così inseparabile dalla rivelazione e dalla realizzazione dell’Alleanza di
Dio, l’Unico, con il suo Popolo. La creazione è rivelata come il primo passo
verso tale Alleanza, come la prima e universale testimonianza dell’amore
onnipotente di Dio . E poi la verità della creazione si esprime con una forza
crescente nel messaggio dei profeti,
nella preghiera dei Salmi e
della Liturgia, nella riflessione della sapienza del Popolo eletto.
[289] Tra
tutte le parole della Sacra Scrittura sulla creazione, occupano un posto singolarissimo
i primi tre capitoli della Genesi. Dal punto di vista letterario questi testi
possono avere diverse fonti. Gli autori ispirati li hanno collocati all’inizio
della Scrittura in modo che esprimano, con il loro linguaggio solenne, le
verità della creazione, della sua origine e del suo fine in Dio, del suo ordine
e della sua bontà, della vocazione dell’uomo, infine del dramma del peccato e
della speranza della salvezza. Lette alla luce di Cristo, nell’unità della
Sacra Scrittura e della Tradizione vivente della Chiesa, queste parole restano
la fonte principale per la catechesi dei misteri delle «origini»: creazione,
caduta, promessa della salvezza.