Articolo 6:
Introduzione
[1776] «Nell’intimo della coscienza
l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve
obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a fuggire
il male, quando occorre, chiaramente parla alle orecchie del cuore... L’uomo ha
in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore... La coscienza è il
nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la
cui voce risuona nell’intimità propria» .
I. Il giudizio della coscienza
II. La formazione della coscienza
III. Scegliere secondo coscienza
In sintesi
[1795] «La
coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova
solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità
propria» .
[1796] La
coscienza morale è un giudizio della ragione, con il quale la persona umana
riconosce la qualità morale di un atto concreto.
[1797] Per
l’uomo che ha commesso il male, la sentenza della propria coscienza rimane un
pegno di conversione e di speranza.
[1798] Una
coscienza ben formata è retta e veritiera. Formula i suoi
giudizi seguendo la ragione, in conformità al vero bene voluto dalla sapienza
del Creatore. Ciascuno deve valersi dei mezzi atti a formare la propria
coscienza.
[1799] Messa
di fronte ad una scelta morale, la coscienza può dare sia un retto giudizio in
accordo con la ragione e con la legge divina, sia, all’opposto, un giudizio
erroneo che se ne discosta.
[1800] L’essere umano deve
sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza.
[1801] La coscienza morale può
rimanere nell’ignoranza o dare giudizi erronei. Tali ignoranze e tali errori non sempre sono esenti da colpevolezza.
[1802]