Articolo 6: IL SESTO COMANDAMENTO
Non commettere adulterio (Es 20,14; Dt 5,18).
Avete inteso che fu
detto: «Non commettere adulterio»; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per
desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,27-28).
IV. Le
offese alla dignità del matrimonio
[2380] L’adulterio. Questa parola designa l’infedeltà coniugale. Quando
due partner, di cui almeno uno è sposato, intrecciano tra loro una relazione
sessuale, anche episodica, commettono un adulterio.
Cristo condanna l’adulterio anche se consumato con il semplice desiderio . Il sesto comandamento e il Nuovo Testamento proibiscono
l’adulterio in modo assoluto . I profeti ne denunciano
la gravità. Nell’adulterio essi vedono simboleggiato il peccato di idolatria .
[2381] L’adulterio è un’ingiustizia. Chi lo commette vien meno agli impegni
assunti. Ferisce quel segno dell’Alleanza che è il vincolo matrimoniale,
lede il diritto dell’altro coniuge e attenta all’istituto del matrimonio,
violando il contratto che lo fonda. Compromette il bene della generazione umana
e dei figli, i quali hanno bisogno dell’unione stabile dei genitori.
Il divorzio
[2382] Il Signore Gesù
ha insistito sull’intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio
indissolubile . Abolisce le tolleranze che erano state
a poco a poco introdotte nella Legge antica. Tra i battezzati «il matrimonio
rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna
causa, eccetto la morte» .
[2383] La separazione degli sposi con la permanenza del vincolo
matrimoniale può essere legittima in certi casi contemplati dal Diritto
canonico .Se il divorzio civile rimane l’unico modo
possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la
tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa
morale.
[2384] Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende
di sciogliere il patto liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l’uno con
l’altro fino alla morte. Il divorzio offende
l’Alleanza della salvezza, di cui il matrimonio sacramentale è segno. Il fatto
di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge
civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal
caso in una condizione di adulterio pubblico e
permanente:Se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si
unisce ad un’altra donna, è lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio
a tale donna; e la donna che abita con lui è adultera, perché ha attirato a sé
il marito di un’altra .
[2385] Il carattere immorale del divorzio
deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella
società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge,
che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei
genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo
rende una vera piaga sociale.
[2386] Può avvenire che uno dei coniugi sia
vittima innocente del divorzio pronunciato dalla legge civile; questi allora
non contravviene alla norma morale. C’è infatti una
differenza notevole tra il coniuge che si è sinceramente sforzato di rimanere
fedele al sacramento del Matrimonio e si vede ingiustamente abbandonato, e
colui che, per sua grave colpa, distrugge un matrimonio canonicamente valido .
Altre offese alla dignità del matrimonio
[2387] Si comprende il dramma di chi,
desideroso di convertirsi al Vangelo, si vede obbligato a ripudiare una o più
donne con cui ha condiviso anni di vita coniugale. Tuttavia
la poligamia è in contrasto con
la legge morale. Contraddice radicalmente la comunione coniugale; essa
«infatti, nega in modo diretto il disegno di Dio quale ci viene
rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità personale dell’uomo
e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso
unico ed esclusivo» . Il cristiano che prima era poligamo, per giustizia, ha il
grave dovere di rispettare gli obblighi contratti nei confronti di quelle donne
che erano sue mogli e dei suoi figli.
[2388] L’incesto consiste in relazioni intime tra parenti o affini, a un
grado che impedisce tra loro il matrimonio . San Paolo stigmatizza
questa colpa particolarmente grave: «Si sente da per
tutto parlare d’immoralità tra voi... al punto che uno convive con la moglie di
suo padre!... Nel nome del Signore nostro Gesù...
questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne...» (1Cor 5,1; 1Cor 5,4-5). L’incesto corrompe le relazioni familiari e segna un
regresso verso l’animalità.
[2389] Si possono collegare all’incesto gli
abusi sessuali commessi da adulti su fanciulli o adolescenti affidati alla loro
custodia. In tal caso la colpa è, al tempo stesso, uno scandaloso attentato
all’integrità fisica e morale dei giovanetti, i quali ne resteranno segnati per
tutta la loro vita, ed è altresì una violazione della responsabilità educativa.
[2390] Si ha una libera unione quando l’uomo e la donna rifiutano di dare una
forma giuridica e pubblica a un legame che implica l’intimità sessuale.L’espressione è fallace: che senso può avere una unione in
cui le persone non si impegnano l’una nei confronti dell’altra, e manifestano
in tal modo una mancanza di fiducia nell’altro, in se stesso o
nell’avvenire?L’espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto
del matrimonio come tale, incapacità a legarsi con impegni a lungo termine . Tutte queste situazioni costituiscono un’offesa alla dignità del
matrimonio; distruggono l’idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso
della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l’atto sessuale deve
aver posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso
costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla Comunione sacramentale.
[2391] Parecchi attualmente reclamano una
specie di «diritto alla prova»
quando c’è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di
coloro che si impegnano in rapporti sessuali
prematuri, tali rapporti «non consentono di assicurare, nella sua sincerità e
fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente
di proteggerla dalle fantasie e dai capricci» . L’unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l’uomo e la donna si sia
instaurata una comunità di vita definitiva. L’amore umano non ammette la
«prova». Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro .