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JOSÉ RAMÓN PÉREZ ARANGÜENA

 

JOSÉ RAMÓN PÉREZ ARANGÜENA

 

LA CHIESA

 

     Introduzione alla Ecclesiologia

 

Traduzione italiana di Gioacchino Indelicato

 

TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI

 

AA        Concilio Vaticano II, Decr. Apostolicam actuositatem

AG        Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes

CCC      Catechismo della Chiesa Cattolica, 1992

ChD      Concilio Vaticano II, Decr. Christus Dominus

ChL       Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Christifideles laici (30-XII-1988).

CIC       Codice di Diritto Canonico, 1983

CN        Congr. per la Dottrina della Fede, Lettera Communionis notio (28-V-1992)

CnM      Beato Josemaría Escrivá, La Chiesa nostra Madre, Milano 1993

DV        Concilio Vaticano II, Cost. Dei Verbum

EG        Beato Josemaría Escrivá, È Gesù che passa, Milano 1982

GS        Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes

LG        Concilio Vaticano II, Cost. Lumen gentium

NA       Concilio Vaticano II, Nostra aetate

NCE     Conferenza Episcopale Spagnola, Comm. per la Dottrina della Fede,

             Nota sobre algunas cuestiones eclesiológicas (13-X-1987)

PC        Concilio Vaticano II, Decr. Perfectae caritatis

PO        Concilio Vaticano II, Decr. Presbyterorum ordinis

RFS       Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985, Relazione finale

RM       Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio (7-XII-1990)

SC         Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium    

UR        Concilio Vaticano II, Decr. Unitatis redintegratio

UUS      Giovanni Paolo II, Ut unum sint (25-V-1995)

VC        Giovanni Paolo II, Esort. Apost. Vita consecrata (25-III-1996)

 

INTRODUZIONE

 

C’è una frase di San Cipriano, celebre e veritiera: «Nessuno può avere Dio come Padre, se non ha la Chiesa come Madre» 1.

Le pagine che seguono si soffermano sulla Chiesa, che è Madre, nonché via per la conoscenza e per il vero amore di Dio, che è Padre.

Come Madre, la Chiesa genera, crea ed educa nella fede i figli di Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: «È nella Chiesa, in comunione con tutti i battezzati, che il cristiano realizza la propria vocazione. Dalla Chiesa accoglie la Parola di Dio che contiene gli insegnamenti della “legge di Cristo”. Dalla Chiesa riceve la grazia dei sacramenti che lo sostengono lungo la “via”. Dalla Chiesa apprende l’esempio della santità» 2.

Fra le tante manifestazioni del suo servizio materno, la Chiesa è costantemente e vicina ai suoi figli per incoraggiarli e consolarli, per averne cura in mille modi, e se si sono allontanati, per attenderli e per riceverli al loro ritorno, e per indicare loro il cammino della speranza che, per mezzo di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo, conduce alla casa eterna del Padre. La Chiesa si pone così, letteralmente, al crocevia delle relazioni vitali fra gli uomini e Dio.

 
È necessario aggiungere  che la Chiesa non sta al centro dei misteri della fede cristiana, né è  per se stessa argomento di fede. Crediamo, sì, alla Chiesa e per mezzo della Chiesa ma non crediamo  in essa. Crediamo in modo esclusivo e diretto in Dio, che è unico, che è Trinità di Persone – Padre, Figlio e Spirito Santo -, che si è rivelato a noi in Gesù Cristo e che ha fondato la Chiesa come via necessaria per giungere a Lui. Per questo, quando nel Simbolo degli Apostoli confessiamo Credo la Chiesa, «facciamo professione di credere che esiste una Chiesa Santa, e non di credere nella Chiesa, per non confondere Dio e le sue opere e per attribuire chiaramente alla bontà di Dio tutti i doni che Egli ha riversato nella sua Chiesa» 3.

Credere che esiste una Chiesa Santa istituita da Dio stesso comporta la percezione immediata che ci troviamo innanzi a qualcosa che sfugge alla possibilità di schematizzazioni umane Occorrono altre precisazioni per cogliere il mistero della Chiesa.

Il Concilio Vaticano II afferma  che la Chiesa è un mistero, essendo allo stesso tempo – in modo paradossale e tuttavia reale – divina ed umana, visibile ed invisibile, terrena e celeste, temporale ed eterna. Risulta, quindi, «una realtà complessa» 4, multiforme, della quale ci è dato conoscere la  struttura umana, visibile, terrena e temporale, e soltanto intravedere, grazie alla fede, gli elementi costitutivi divini, invisibili, celesti ed eterni.
La vera conoscenza della Chiesa non considera isolatamente i diversi aspetti indissolubilmente intrecciati. È oggi frequente, tuttavia, osservarla soltanto nei suoi aspetti umani e terreni che si presentano  in modo più accessibile. A questo riguardo occorre procedere con prudenza giacché, incorrere in questa tentazione, equivarrebbe a falsare la Chiesa, a distruggerne il mistero e, infine, a ridurla ad una specie di ONG internazionale per servizi religiosi ed assistenziali. La vera natura della Chiesa è avvolta nel mistero della sua origine ed ispirazione divina e del suo destino eterno, conformi al suo compito di salvezza dell’uomo.

 

Lo studio del mistero ecclesiale negli ultimi decenni ha senza dubbio ricevuto nuovi spunti, grazie agli arricchimenti ed agli approfondimenti  del Concilio Vaticano II, agli impulsi dello Spirito Santo, alle fonti inesauribili della Sacra Scrittura e della Tradizione. La cosiddetta Ecclesiologia si è andata costituendo in disciplina autonoma, con uno studio della Chiesa più sistematico rispetto ai secoli precedenti, quando diverse vicissitudini storiche indussero con insistenza i teologi a soffermarsi su aspetti parziali e su argomenti apologetici.

 Si è cercato di redigere questo studio in linea con questa sistematica, e con gli apporti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo. Allo stesso tempo si è cercato di offrire un testo accessibile, ben coscienti che si tratta soltanto di un’introduzione all’Ecclesiologia.

 

«La Chiesa è Madre, e una Madre deve essere amata» 5.

 

Sottolineare il carattere materno della Chiesa nell’introduzione di un libro dedicato a studiarla – i capitoli che seguono non daranno molte ocasioni di ricordarlo – non comporta mancanza di correttezza scientifica. Al contrario, segnala la  percezione della sua intima natura, come organismo vivo e vivificante. Inoltre, ben modesto servizio si renderebbe alla Chiesa, se l’amore accecasse la sua contemplazione. L’amore, però, non acceca, ma completa l’incisività e l’oggettività della sua osservazione.

Dice S.Paolo: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla….., al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» 6. La Chiesa è santa e immacolata, malgrado ogni genere di miserie che gli uomini, che la compongono sulla terra, portino con sé. E se con Passione l’amò Gesù per donarle santità originaria, con la dovuta passione di figli ci disponiamo adesso ad avvicinarci al suo mistero, a penetrare la sua natura di Madre, per amarla con maggiore profondità e conoscenza di causa.

Resa più adeguata la nostra percezione della Chiesa, ci troveremo in una migliore condizione per fare nostra questa gioiosa espressione di fede e di amore, sgorgata dall’anima del Beato Josemaría Escrivá: «Santa, Santa, Santa! Così osiamo inneggiare alla Chiesa, evocando l’inno in onore della Beatissima  Trinità. Tu sei Santa, Chiesa, Madre mia, perché ti ha fondato il Figlio di Dio, che è Santo; sei Santa, perché così ha voluto il Padre, fonte d’ogni santità; sei Santa, perché ti assiste lo Spirito Santo, che abita nell’anima dei fedeli, per riunire i figli del Padre, che abiteranno nella Chiesa del Cielo, la Gerusalemme eterna» 7.

 

Capitolo I

 

ORIGINE E FINALITÀ DELLA CHIESA

 

La Chiesa, più o meno conosciuta, capita e amata, è comunque una realtà spesso  presente nel mondo d’oggi. Le domande si moltiplicano: Da dove proviene? Com’è sorta? Con quale fine? Cosa afferma di se stessa riguardo a questi aspetti  fondamentali? A queste domande è dedicato questo primo capitolo, che inizia con una questione terminologica non trascurabile.

 

Il termine “Chiesa”

 

Usati con proprietà – cioè né in modo estensivo né in modo figurato -, i termini designano le cose, permettono di distinguerle una dall’altra e, in qualche modo, ne indicano la natura. Ciò si verifica anche per il termine “chiesa”: i primi cristiani compresero subito che tale termine era il più appropriato per designare la comunità, autenticamente nuova, che costituivano.

Etimologicamente, chiesa è un termine derivato dal greco (ekklesía), che, traduce il termine ebraico “qahal”, e significa assemblea convocata o assemblea riunita.

Nell’Antico Testamento, il vocabolo è utilizzato per indicare Israele come “comunità santa”1 e come “popolo di Dio”2, riunito per il culto e la lode del Signore 3.

Il Nuovo Testamento recepisce il duplice significato originale di Chiesa – convocazione e riunione – e dà al termine il suo significato definitivo: la nuova comunità dei santi, il nuovo popolo di Dio redento da Cristo, l’assemblea costituita da coloro che si pongono in ascolto della perenne chiamata universale di Dio 4.

I primi cristiani usarono la parola chiesa per indicare alcune volte l’assemblea liturgica, altre le diverse comunità locali (di Gerusalemme, Corinto, Efeso, ecc.) e, altre ancora, l’insieme dei cristiani sparsi per il mondo. «Questi tre significati sono, di fatto, inseparabili. La Chiesa è il popolo che Dio riunisce nel mondo intero. La Chiesa di Dio esiste nelle comunità locali e si realizza come assemblea liturgica, soprattutto eucaristica» 5.

 

Origine trinitaria e sviluppo storico della Chiesa

 

La Chiesa non sorge per caso, né all’alba degli avvenimenti della storia. La Chiesa è un progetto trinitario. Ogni operazione divina è stata stabilita, fin dall’eternità, dalle tre Persone della Santissima Trinità.  Anche la Chiesa, ed in modo eminente, esiste per un disegno amorevole del Padre Eterno; fu fondata nel tempo da Gesù Cristo, il Verbo incarnato, ed è costantemente vivificata dallo Spirito Santo.

Per gli uomini, lo sviluppo di questo progetto divino costituisce la cosiddetta “Storia della Salvezza”, vale a dire, il processo cronologico – non fuori del tempo, pertanto, né disincarnato – elaborato dalla misericordia di Dio per donare agli uomini la liberazione dai loro peccati e la felicità eterna.

La Storia della Salvezza cominciò nel momento della caduta di Adamo ed Eva, proseguì con l’elezione di Israele come popolo di Dio, raggiunse il suo centro e culmine con l’Incarnazione, morte e risurrezione di Gesù, e prosegue tuttora il suo sviluppo fino al compimento dei tempi con l’instaurazione definitiva del Regno di Dio.

Quale ruolo spetta alla Chiesa in questo itinerario?

Per volontà divina, non solo la Chiesa è parte della Storia della Salvezza, ma ne è la protagonista da duemila anni: infatti, si designa come “tempo della Chiesa” il periodo che va dalla fondazione della Chiesa, da parte di Cristo, con la venuta dello Spirito Santo nella Pentecoste, fino alla futura consumazione alla fine dei secoli 6.                                                                                   

 

Il disegno salvifico di Dio Padre

 

La volontà salvifica del Padre per tutti gli uomini viene segnalata dal Concilio Vaticano II: «L’eterno Padre, con liberissimo ed arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l’universo; decise di elevare gli uomini alla partecipazione alla sua vita divina, caduti in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo, Redentore (……). I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare nella santa Chiesa, la quale, già prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, e stabilita infine «negli ultimi tempi», è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli» 7.

 

La preparazione della Chiesa nell’Antico Testamento

 

La prefigurazione della Chiesa sin dalle origini del mondo, tratteggiata nel testo sopra citato, è un tema ricorrente fra i primi autori cristiani che sottolineano: «il mondo fu creato in vista della Chiesa» 8.

Gli autori cristiani, inoltre, segnalano che anche il peccato dell’uomo fu permesso da Dio come occasione per mostrare la grandezza di ciò che voleva donare al mondo. La Chiesa recepisce questa convinzione quando, con riferimento a Adamo e a Cristo, canta con gioia da tempi immemorabili nella solenne Veglia Pasquale: «Felice colpa, che meritò tal Redentore!». Ciò perché, appena commesso il peccato originale, Dio fornisce un primo elemento della fondazione della Chiesa: la sua promessa di donare agli uomini un Messia redentore, che sarà discendente di Eva 9.

Anche la storia di Noè, con l’episodio dell’arca, salvezza dal diluvio, e con l’alleanza fissata da Dio10, fa parte, insieme con altri episodi, dei prolegomeni della Chiesa.

Tuttavia, gli eventi più importanti sono tracciati dalle alleanze di Dio con Abramo e con Mosè:

-                     nella prima, stabilita circa 1900 anni prima di Cristo, il Signore promette ad Abramo di renderlo padre di un grande popolo, che sarà benedetto fra le nazioni 11;

-                     con la seconda, pattuita con Mosè circa 600 anni dopo, Israele diventa “il popolo di Dio” 12.

Queste due alleanze – impegni di amicizia fra Dio e gli uomini – furono sottolineate con un sacrificio13. Israele, però, non tenne fede alle sue promesse, così che i profeti annunziarono un patto nuovo ed eterno14. Cristo sarà colui che fissa con il Sangue sparso sulla Croce questa nuova alleanza, definitiva e perfetta, con la quale fonda la Chiesa, il “nuovo popolo di Dio”.

 

Fondazione della Chiesa da parte di Cristo

 

Giunta la pienezza dei tempi, Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, realizzò il piano di salvezza tracciato dal Padre: «ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di Lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione»15.

È necessario chiedersi: Cristo aveva intenzione di fondare la Chiesa o, piuttosto, di annunciare l’arrivo del Regno di Dio? E ancora: non volle stabilire, in realtà, una Chiesa “semplicemente spirituale”, senza gerarchia né struttura visibile? Nessuna di queste domande è superflua, poiché l’una e l’altra sono state effettivamente poste; la seconda, in concreto, è la tesi fondamentale del protestantesimo.

Ad ambedue queste domande occorre rispondere che la dottrina cattolica, basandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, ha ragioni molto profonde per sostenere che Cristo volle fondare, e di fatto fondò, la Chiesa; che questa non solo non è spirituale ma è, allo stesso tempo, visibile e gerarchica; e che essa non può contrapporsi al Regno di Dio, ma si pone al suo servizio, come vedremo in particolareggiata analisi alla fine di questo capitolo.

«La Chiesa fu fondata dalla parola e dalle opere di Gesù Cristo»16. Vediamo, attraverso queste parole e queste opere raccolte nel Vangelo, l’intenzione di Cristo di fondare la Chiesa.

 

Le Parole di Gesù

 

Fra i diversi passi che si possono citare a questo riguardo17, soffermiamoci sul più eloquente e significativo di essi. Il vangelo riferisce che Gesù, trovandosi insieme ai suoi apostoli in una certa occasione, rivolgendosi a Simone, affermò con solennità: «Io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli »18.

In questo testo, Cristo promette esplicitamente di fondare la sua Chiesa, indicando alcuni dei suoi principali elementi e caratteristiche. Consideriamone alcuni:

-                     «Edificherò la mia Chiesa»: Gesù manifesta la sua ferma intenzione di fondarla.

-                     «Tu sei Pietro e sopra questa pietra…….»: Cristo annuncia l’esistenza nella sua Chiesa di una gerarchia umana e visibile, fondata su Pietro.

-                     «Le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa»: La Chiesa durerà per sempre e niente potrà distruggerla, vincendo le minacce che, come Cristo lascia intravedere, si scateneranno contro di essa.

-                     «Ti darò le chiavi del regno dei cieli»: la Chiesa sarà governata da Pietro come vicario di Cristo in terra, e avrà pieni poteri di salvezza.

-                     «Legare e sciogliere sulla terra come nei cieli»: Gesù promette una tale unione con Pietro e con gli apostoli – ai quali estenderà i suoi poteri19 -, che le decisioni della Chiesa avranno valore decisorio innanzi a Dio.

È opportuno aggiungere un altro particolare a proposito di questo passo del Vangelo. Diversi autori non cattolici hanno cercato di vanificare queste parole, negando - con diverse teorie - che Cristo le abbia mai pronunciate. Le critiche hanno richiesto approfondite ricerche: i risultati hanno confermato l’autenticità del passo evangelico e fugato ogni possibile dubbio.

 

Le opere  di Gesù

 

Non ci sono soltanto le parole. Il Vangelo riporta numerosi fatti operati da Cristo che manifestano la sua volontà: sono veri atti fondazionali della Chiesa, che sarebbero privi di senso se non fossero uniti alla sua intenzione di fondare la Chiesa e di organizzarla.

Gesù non utilizzò a nessun tipo di atto o strumento giuridico per fondare la Chiesa. Scelse invece di formarla a poco a poco, con azioni e decisioni personali, in momenti successivi.

 

Scelta dei discepoli

 

Fin dall’inizio della vita pubblica di Cristo, sono molti quelli che lo seguono spontaneamente, attratti dalla sua predicazione. A un certo punto, però,  Lui stesso  ne sceglie un certo numero come discepoli20, quelli che formerà con pazienza e invierà più tardi a predicare il regno di Dio21.

 

Vocazione degli Apostoli

 

Gesù compirà poi un’ulteriore scelta: scegliere dodici discepoli tutti uomini perché lo accompagnino e possano predicare22. Questi dodici li chiamerà  “apostoli”23, cioè inviati; li costituirà in collegio o gruppo stabile e conferirà loro poteri di salvezza, come quelli di battezzare 24, di perdonare i peccati25 e di celebrare l’eucaristia 26.

La vocazione degli apostoli è significativa in tutti i suoi particolari. Nemmeno il numero di dodici è casuale, essendo il numero corrispondente alle tribù d’Israele – l’antico popolo di Dio -, quelle che essi giudicheranno alla fine del mondo27 . Questo dettaglio, di per sé, denota anche l’intenzione di Cristo di creare il nuovo popolo di Dio, che è la Chiesa.

 

Il primato di Pietro

 

Abbiamo visto nel precedente paragrafo come Cristo promise a Pietro i poteri massimi28. Glieli conferirà, di fatto, dopo la Risurrezione, costituendolo pastore supremo della Chiesa29.

 

Avvenimenti pasquali

 

La Pasqua, che significa passaggio di Dio, era la più importante delle feste religiose ebraiche. Si celebrava in ogni famiglia il giorno quattordici del mese di Nisan, con una cena rituale nella quale si consumava un agnello senza macchia. Ciò si faceva nel perenne ricordo di un fatto storico di grande importanza, realizzatosi ai tempi di Mosè: il passaggio devastante di Dio fra i primogeniti degli egiziani, dal quale gli israeliti si salvarono per il sangue dell’agnello con cui avevano asperso le porte delle loro case, e che permise la liberazione dalla schiavitù alla quale erano sottoposti30.

Nel nostro caso, si denominano avvenimenti pasquali quelli che Gesù compì nell’Ultima Cena, nella sua Passione e Morte, e nella sua Risurrezione. Cristo li realizzò personalmente immolandosi come agnello di Dio senza macchia, proprio nel tempo pasquale ebraico, per indicare che Lui è la nuova Pasqua, il passaggio definitivo di Dio fra gli uomini che libera dalla schiavitù del peccato:

-                     Nell’Ultima Cena, Cristo anticipa sacramentalmente il sacrificio della Croce e ne rivela il significato redentore universale. Lo fa istituendo l’Eucaristia, e conferendo il sacerdozio ministeriale agli apostoli31; questi sono i mediatori che consentono per perpetuare nel tempo la definitiva Alleanza di salvezza fra Dio e gli uomini.

-                     Con la Sua Passione e Morte, Cristo compie la redenzione degli uomini, con lo spargimento del suo sangue li libera dal peccato e sigilla la nuova eterna alleanza. Si può affermare che la Chiesa nasce dalla Croce.

-                     È opportuno segnalare un aspetto di capitale importanza per la Chiesa. La Croce, e la Santa Messa sono un unico sacrificio: ogni celebrazione dell’Eucaristia ri-presenta – rende presente oggi – l’immolazione che Cristo compì una sola volta per sempre sulla Croce32. Pertanto, conseguenza diretta di questa identificazione sacramentale è che l’Eucaristia è essenziale nella vita della Chiesa, poiché – afferma S. Agostino – mediante questa Croce attualizzata e la comunione del Corpo di Cristo «si costruisce la Chiesa nel tempo presente»33. Il Magistero si riferisce a questa “ecclesiologia eucaristica” in espressioni come: «la Chiesa vive e cresce mediante l’Eucaristia»34, o «l’Eucaristia fa la Chiesa»35.

-                     Con la sua Risurrezione, Gesù conferma il sacrificio della Croce come atto divino di salvezza degli uomini. Gli apostoli saranno i testimoni della sua vittoria sulla morte36, come lo saranno tutti quelli che crederanno in Lui. La Risurrezione è la pietra angolare di tutta la fede della Chiesa37.

Cristo risuscitato invia gli apostoli allo stesso modo in cui lui era stato inviato dal Padre38. La missione è di portata universale: predicare il Vangelo ad ogni creatura39. A questo fine comunica agli apostoli la pienezza dei suoi poteri e promette la sua presenza nella Chiesa sino alla fine dei tempi40.

Conviene evidenziare che «il fatto che gli apostoli siano stati testimoni del Risorto e inviati da Lui, ha segnato per sempre il cristianesimo. Proprio per questa testimonianza e missione apostolica, il cristianesimo si è costituito in Chiesa. Se non fosse stato per le esperienze pasquali e per la missione, il cristianesimo si sarebbe ridotto a gruppi dispersi di entusiasti seguaci di Gesù, che sarebbero andati apparendo e sparendo nel corso della storia»41.

 

* * *

 

Arrivati a questo punto, si può affermare con cognizione di causa, che le parole e gli atti di Gesù rendono esplicita la sua intenzione di fondare la Chiesa. Da quanto visto sin qui si può già concludere, così come confermano la Tradizione ed il Magistero, che Gesù costituì la Chiesa come un comunità con legami  spirituali  e dotata allo stesso tempo di elementi gerarchici e visibili.

La Commissione Teologica Internazionale, ricordando «quello che la fede ha creduto sempre riguardo a Cristo», lo esprime in questo modo: «Per realizzare la sua missione salvifica Gesù volle riunire gli uomini in vista del Regno e convocarli intorno a sé. Per portare avanti questo disegno, Gesù realizzò atti concreti, la cui unica interpretazione possibile, presa nel suo contesto, è la preparazione della Chiesa che sarà definitivamente costituita negli avvenimenti di Pasqua e Pentecoste. È necessario, pertanto, affermare che Gesù volle fondare la Chiesa»42.

La stessa Commissione precisa più avanti: «non si tratta di affermare che questa intenzione implichi un’espressa volontà di fondare e definire tutti gli aspetti delle istituzioni della Chiesa tali e quali si sono sviluppati nel corso dei secoli. È necessario, invece, affermare che Gesù volle dotare la comunità, che convocò intorno a sé, di una struttura che potesse durare fino alla consumazione del Regno. Si deve qui porre in evidenza, in primo luogo, la scelta dei dodici e di Pietro come loro capo, una scelta molto ben determinata»43.

 

La Chiesa manifestata dallo Spirito Santo

 

«Gesù non solo è all’origine storica della Chiesa, ma è anche, dopo la sua Risurrezione, è il principio permanente dell’unità e della vita della Chiesa, per mezzo dello Spirito Santo»44. Infatti, «compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra (cfr. Gv 17,4) il giorno di Pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa»45.

Nella festa ebraica di Pentecoste, cinquanta giorni dopo gli avvenimenti pasquali, è pienamente rivelata la Santissima Trinità46: il Padre e il Figlio inviarono lo Spirito Santo agli apostoli e ai discepoli di Gesù, spingendoli a predicare il Vangelo, secondo la missione che Egli aveva loro affidato47. Nel giorno di Pentecoste, la Chiesa si è manifestata al mondo e ha dato inizio alla sua azione pubblica nella storia, che durerà fino alla seconda venuta di Gesù Cristo alla fine dei tempi.

Da allora, la silenziosa presenza dello Spirito Santo è fondamentale: Egli anima e santifica perennemente la Chiesa, la vivifica e la rinnova, la unisce a Cristo e al Padre, forgia la comunione in tutti suoi aspetti, ispira le sue decisioni, guida i suoi passi verso la pienezza della verità, la preserva dagli errori, «la provvede e la dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti, abita nel cuore dei suoi fedeli come in un tempio, e in essi prega e da testimonianza della loro adozione a figli»48. I benefici che il Paraclito dona incessantemente alla Chiesa sono inesauribili.

Per designare la sua multiforme attività, fin dall’antichità si dice che lo Spirito Santo è l’«anima» della Chiesa49. sant'Agostino lo spiega così: «L’anima vivifica tutte le membra del corpo e conferisce a ciascuna di esse una determinata funzione. Altrettanto avviene nella Chiesa di Dio…..Ciascuno ha una sua funzione, però tutti vivono la stessa vita. Infatti, ciò che l’anima è per il corpo dell’uomo, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo, ossia la Chiesa»50.

 

Venti secoli di coscienza ecclesiale

 

La storia conferma che i primi cristiani si sentivano uniti nella Chiesa, sotto la guida di Pietro e degli apostoli. Non mutarono l’insegnamento di Gesù, ma lo misero in pratica.

Così, il libro degli Atti degli Apostoli afferma che i primi cristiani:

-      si convertono a Gesù Cristo e vengono  battezzati nel suo nome51, mediante la predicazione degli apostoli;

-      restano riuniti intorno agli apostoli, celebrano l’Eucaristia e pregano52;

-      per risolvere le prime difficoltà dottrinali si riuniscono nel Concilio di Gerusalemme, le cui  decisioni sono riconosciute come  ispirate dallo    Spirito Santo e, come tali, trasmesse alle comunità cristiane sorte in altre città53;

-      tutti obbediscono all’autorità di Pietro54, che fin dal primo momento esercita il suo primato55.

A Gerusalemme, dove iniziò la predicazione degli apostoli, si formò la prima comunità cristiana, la Chiesa madre di tutte le altre, che  all’inizio era allo stesso tempo locale e universale. A questo modello si uniformeranno tutte le comunità che in seguito si stabiliranno nelle altre città. Un modello caratterizzato dall’obbedienza alle disposizioni degli apostoli, uniti a Pietro, e dalla fedeltà al loro insegnamento.

Le successive generazioni di cristiani non fecero né più né meno che continuare l’esempio dei loro predecessori, sforzandosi di mantenere la comunione con il Romano Pontefice, successore di Pietro a capo della Chiesa, e con i Vescovi, successori degli apostoli.

La Tradizione attesta che si è mantenuta un’identica coscienza ecclesiale lungo venti secoli di storia. Esistono testimonianze di tutte le epoche, come quella di Tertulliano, scrittore cristiano del III secolo: «Gli apostoli andarono per il mondo intero a predicare la stessa dottrina e la stessa fede a tutte le nazioni. In ogni città fondarono Chiese, che furono germogli o semi della fede e della dottrina per le altre chiese di ogni tempo. Per questo, le nostre chiese devono essere considerate come germogli delle Chiese apostoliche. Pur essendo tante le Chiese, formano una sola Chiesa che deriva dagli apostoli»56.

 

*   *   *

 

Rispetto alla fondazione e alla permanenza nel tempo della Chiesa, il Concilio Vaticano II dice: «Questa è l’unica Chiesa di Cristo (…..), che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida, e costituì per sempre colonna e sostegno della verità. Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui»57.

 

Motivo dell’esistenza della Chiesa

 

La Chiesa è stata voluta da Dio per la salvezza degli uomini, di ciascun uomo. «La Chiesa, procedendo dall’amore dell’eterno Padre, fondata nel tempo dal Cristo Redentore, radunata nello Spirito Santo, ha una finalità salvifica ed escatologica che non può essere raggiunta pienamente se non nel mondo futuro»58. Tutto nella Chiesa è ordinato a questo fine.

Nel Credo affermiamo che Gesù Cristo scese dal cielo «per noi uomini e per la nostra salvezza». Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è l’unico Redentore dell’uomo: «in nessun altro c’è salvezza»59. Ed Egli si serve della Chiesa come strumento di redenzione universale60.

Non è possibile comprendere la Chiesa senza Cristo, che la fondò per perpetuare nella storia la sua missione. La Chiesa è, perciò, «sacramento universale di salvezza»61, vale a dire, segno efficace e reale dell’azione redentrice di Cristo fra gli uomini fino alla fine dei secoli. In definitiva, la Chiesa salva perché ha i poteri e i mezzi di santificazione di cui Cristo le ha fatto dono.

Il fine salvifico della Chiesa si caratterizza per essere soprannaturale, immutabile, perpetuo ed universale.

- Soprannaturale: la conquista della salvezza è al di sopra delle forze umane, e la si raggiunge soltanto con l’aiuto della grazia divina.

La salvezza può venire soltanto da Dio. Anche se il desiderio di salvezza è radicato nel cuore dell’uomo insieme con quello di una felicità senza fine, non è possibile confondere o equiparare tali aspirazioni. Il desiderio di felicità non è sufficiente – né mai lo sarebbe – per raggiungere la salvezza, se Dio non venisse in nostro aiuto con Gesù Cristo e con la Chiesa. Soltanto mediante la grazia l’uomo ha la possibilità di soddisfare i suoi aneliti di felicità eterna, in modo inatteso, infinito, divino.

- Immutabile: modificare il fine della Chiesa sarebbe snaturarla, ma questa possibilità  non è in potere dell’uomo e Dio non muta le sue decisioni eterne.

Non si comprende nulla della Chiesa se non si coglie la necessità dell’uomo di essere salvato. Negli ultimi anni, una grave crisi d’indifferenza religiosa ha oscurato nella coscienza di molti la prospettiva della salvezza, riducendo tutte le aspettative al benessere terreno. Con parole di Giovanni Paolo II, si è manifestata «una graduale secolarizzazione della salvezza»62.

In questa errata prospettiva, la Chiesa risulta mera istituzione assistenziale,  fuori dal tempo e obsoleta. Ciononostante, questa diffusa opinione non altera la verità del destino ultimo dell’uomo – sia esso la felicità o il castigo eterni, conformi ai meriti di ciascuno -, che conosciamo con certezza per rivelazione divina. Piuttosto pone innanzi alla Chiesa nuove sfide, per imparare a presentarsi agli uomini come lo strumento per mezzo del quale Dio offre la salvezza.

  - Perpetuo: durerà fino alla consumazione dei secoli, come sappiamo dalla promessa che Cristo fece alla Chiesa di rimanere per sempre con lei63.

          - Universale: nella Chiesa, Dio offre la salvezza a tutti gli uomini, senza che nessuno ne sia escluso a priori64.

 

Salvezza e santità

 

La salvezza è la felicità perfetta dell’uomo; essa consiste nella perenne comunione con la Trinità, vale a dire, nel possedere e nel godere Dio in Cielo per l’eternità, previa la remissione dei peccati. Gesù Cristo ci ha reso capaci di raggiungere questa felicità per mezzo della sua morte e risurrezione, rendendone duraturi gli effetti per mezzo della Chiesa.

Una visione individualistica o elitaria della salvezza, porta con sé il disprezzo della carità di Cristo, che con il sacrificio redentore ci ha reso fratelli  degli altri uomini, chiamandoci tutti alla comunione nella sua Chiesa. «Dio - insegna il Concilio Vaticano II - volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra, ma volle costituire di loro un popolo»65, che è la Chiesa.

Allo stesso tempo, «Dio, che ti creò senza di te, non ti salverà senza di te»66, come afferma S. Agostino in una delle sue celebri affermazioni. La felicità eterna non si ottiene in modo passivo. «Il cristianesimo non è un cammino comodo: non basta «stare» nella Chiesa e far passare gli anni»67. Ognuno deve fare la sua parte68, poiché «la salvezza, che è sempre un dono dello Spirito Santo, esige la collaborazione dell’uomo per salvare sia se stesso che gli altri»69.

Inoltre, questo impegno personale non può essere mediocre, tenendo presente quel passo del Vangelo in cui alla domanda: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?», Gesù risponde: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta»70.

In sostanza, la salvezza è santità, ovvero implica sempre un certo eroismo nella libera corrispondenza a Dio.

È opportuno ribadire il significato equivalente dei termini di “santità” e “salvezza”, anche se il linguaggio comune tende a differenziarli. Per molti, con un paragone scolastico, salvezza sarebbe come studiare il minimo indispensabile per superare un esame, mentre santità corrisponderebbe allo sforzo fatto per ottenere il massimo dei voti. Questa distinzione è chiaramente sbagliata. Soltanto colui che, con la sua libertà e nella sua specifica condizione, lotta per corrispondere alla volontà di Dio e usa i mezzi di salvezza della Chiesa, raggiungerà la sua «salvezza – santità». Potremmo affermare che nessuno entra in cielo di nascosto o per una scorciatoia, ma soltanto «per la porta principale».

 

*   *   *

 

Resta da fare un’ultima importante considerazione riguardo alla finalità della Chiesa.

Il Concilio Vaticano II afferma: «Questo è il fine della Chiesa: con la diffusione del regno di Cristo su tutta la terra a gloria di Dio Padre, rendere partecipi tutti gli uomini della salvezza operata dalla redenzione e per mezzo di essi ordinare effettivamente il mondo intero a Cristo»71.

Si tratta di un testo denso di significato, che allarga e precisa la prospettiva salvifica della Chiesa, inserendola nel divino progetto universale. Occorre dire, infatti, che la Chiesa opera la salvezza dell’uomo nella misura in cui, a gloria di Dio Padre, si pone al servizio di questo ultimo fine e missione: annunziare ed instaurare ovunque il Regno di Cristo e di Dio72.

Ma arrivati a questo punto,  è necessario chiedersi in cosa consista il Regno di Dio.

 

Il Regno di Dio e la Chiesa

 

Il Regno di Dio è il fine ultimo, la missione e la ragion d’essere della Chiesa. Alcuni hanno voluto opporre il Regno di Dio alla Chiesa. La formulazione di una siffatta posizione è solita essere condensata in una frase del modernista Alfred Loisy, dell’inizio del secolo XX: «Gesù annunziò il Regno di Dio e ciò che arrivò fu la Chiesa», interpretata nel senso che la Chiesa avrebbe usurpato e snaturato l’intenzione di Cristo. Questo riferimento storico - dottrinale può servire ad introdurre il tema che in questione.

Il Regno di Dio fu l’oggetto principale della predicazione di Cristo nel corso della sua vita pubblica. Giovanni Battista, il precursore di Gesù, annunziò la vicinanza del regno di Dio73, già profetizzato nell’Antico Testamento74. Cristo, da parte sua, predicò la venuta di questo regno, in vista del quale  era stato inviato75.

Gesù parlò numerose volte del regno di Dio, che chiama anche regno dei Cieli, o, semplicemente, mio regno. Nel Vangelo possiamo osservare come Cristo:

-      rivela e spiega agli uomini la sua ricchezza di contenuto per mezzo di molte parabole o paragoni76;

-      insegna nel Padrenostro a chiedere la venuta di questo regno77, che non è di questo mondo78 e non avrà fine79;

-      annunzia ai fedeli il possesso del regno alla fine dei tempi80, momento in cui esso sarà compiuto81.

È opportuno sottolineare il momento in cui Gesù promette a Pietro il Primato sulla Chiesa e le chiavi del regno, con l’annesso potere di sciogliere e legare in Cielo ciò che decide sulla terra82.

Dalla Sacra Scrittura si deduce che il regno di Dio fu profetizzato a Israele e istituito da Gesù, viene diffuso dalla Chiesa e sarà compiuto solo alla fine del mondo, quando Cristo, che «deve regnare fino a porre tutti i nemici sotto i suoi piedi», «offra a Dio Padre il regno», «affinché Dio sia in tutte le cose»83.

Il Regno di Dio è  la presenza salvifica di Cristo tra gli uomini: si tratta di un «mistero»84, una realtà incomprensibile, dotata di molteplici aspetti.

Il Regno di Dio non è soltanto futuro, ma anche attuale. Non è solo personale, ma comunitario. Non è solo celeste, ma anche terreno, giacché «il Regno mira a trasformare i rapporti tra gli uomini e si attua progressivamente, man mano che essi imparano ad amarsi, a perdonarsi e a servirsi a vicenda»; vale a dire, nella misura in cui i valori evangelici penetrano e vivificano il mondo. «La natura del Regno è la comunione di tutti gli esseri umani tra di loro e con Dio», e per questo «il Regno riguarda tutti: le persone, la società, il mondo intero», come afferma Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Missio85, nella quale analizza attentamente il Regno di Dio.

Nella sua fase attuale, il Regno di Dio fa riferimento all’azione divina spirituale che salva e trasforma l’uomo e il cui influsso raggiunge:

-                     lo stato di grazia e la salvezza dell’anima,

-                     la comunione di tutti i santi nella vita eterna,

-                     la situazione terrena della società umana.

        Quanto a coloro che hanno tentato di contrapporre il regno di Dio alla Chiesa, i testi evangelici qui citati, così come la costante Tradizione, mostrano la falsità e l’inconsistenza di questa posizione. La Chiesa sa che «di questo Regno costituisce in terra il germe e l’inizio»86, così come sa di essere interamente ed efficacemente al suo servizio.

«Non si può disgiungere Il Regno dalla Chiesa. Certo, questa non è fine a se stessa, essendo ordinata al regno di Dio, di cui è germe, segno e strumento. Ma, mentre si distingue dal Cristo e dal Regno, la Chiesa è indissolubilmente unita a entrambi», con «una relazione singolare e unica che, pur non escludendo l’opera di Cristo e dello Spirito fuori dei confini visibili della Chiesa, conferisce a essa un ruolo specifico e necessario. Di qui anche lo speciale legame della Chiesa col Regno di Dio e di Cristo»87.

 

INDICE

 

Tavola delle abbreviazioni

 

INTRODUZIONE

 

CAPITOLO I:  ORIGINE E FINALITÀ DELLA CHIESA

 

Il termine “Chiesa”

Origine trinitaria e sviluppo storico della Chiesa

Il disegno salvifico di Dio Padre

La preparazione della Chiesa nell’Antico Testamento

Fondazione della Chiesa da parte di Gesù Cristo

Le Parole di Gesù

Le opere di Gesù

La Chiesa manifestata dallo Spirito Santo

Venti secoli di coscienza ecclesiale

Motivo dell’esistenza della Chiesa

Salvezza e Santità

Il Regno di Dio e la Chiesa

 

CAPITOLO II: NATURA DELLA CHIESA

 

Il mistero della Chiesa

Le immagini della Chiesa

Il Popolo di Dio

Corpo mistico di Cristo

Tempio dello Spirito Santo

La comunione nella Chiesa

La Chiesa, sacramento di comunione

Una definizione della Chiesa

 

CAPITOLO III:

LA CHIESA VISIBILE, SOCIETA’ GERARCHICAMENTE STRUTTURATA

 

1. I fedeli cristiani

Sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale

I ministri sacri

2. La costituzione gerarchica della Chiesa

Istituzione divina della gerarchia

                          Origine della gerarchia

                          Il comportamento degli apostoli

                          La successione apostolica e la collaborazione gerarchica.

Il Collegio Episcopale e il suo Capo, il Papa

Il Collegio Episcopale

Il Romano Pontefice

I vescovi

I presbiteri e i diaconi

Chiesa universale e chiese particolari

                          Prelature personali e ordinariati militari

 

CAPITOLO IV: LA MISSIONE DELLA CHIESA SULLA TERRA

 

La missione affidata da Cristo alla sua Chiesa

1. La missione della Gerarchia

La potestà di magistero e il compito di insegnare

                          Fondamento evangelico

                          Contenuto e funzione del Magistero

                          Tipi di Magistero

                          L’infallibilità

                          Ambito della infallibilità

                          Adesione al Magistero

La potestà di ordine e il compito di santificare

La potestà di regime e il compito di governare

2. I laici e la santificazione delle realtà terrene

Nozione e caratteristiche

La missione dei laici nella Chiesa

              Compito di santificare

                          Compito di insegnare

                          Compito di governare

3. La vita consacrata e la sua missione

Nozione

Natura ecclesiale

Diversità di forme

 

CAPITOLO V: CHIESA CATTOLICA E CONFESSIONI CRISTIANE

 

Cristo ha fondato una sola Chiesa

Le note distintive della vera Chiesa

        Unità

        Santità

        Cattolicità

        Apostolicità

«Fuori della Chiesa non c’è salvezza»

Gradi di appartenenza alla Chiesa

        Incorporazione piena

        Incorporazione non piena

        Orientamento verso la Chiesa

L’ecumenismo

Il dialogo interreligioso

 

CAPITOLO VI: LA CHIESA INVISIBILE. IL COMPIMENTO DELLA CHIESA

 

Gli stati attuali della Chiesa

        La Chiesa trionfante

        La Chiesa purgante

        La Chiesa pellegrina o militante  

La Comunione dei santi

Indefettibilità della Chiesa

Il compimento della Chiesa

Maria, Madre della Chiesa

 

CONCLUSIONE

 

Bibliografia



1 S. Cipriano, Sull’unità della Chiesa, 6.

2 CCC 2030

3 CCC 750

4 LG 8.

5 Giovanni Paolo II, Omelia a Barcellona (/-XI-1982)

6 Ef 5,25-27

7 CnM 25

1 Cfr Dt 23,1-3

2 Cfr Es 19

3 Cfr Dt 4,10

4 Cfr 1 Tes 2,12

5 CCC 752

6 Cfr CCC 732

7 LG 2

8  Il Pastore di Erma, 2,4,1; Cfr S: Giustino, Apologie, 2,7

9  Cfr Gn 3,15

10 Cfr Gn 9,9-17

11 Cfr Gn 15,18

12 Cfr Es 19

13 Cfr Gn 17 11; Es 24 8

14 Cfr Ger 31,31-34; Is 55,3

15 LG 3

16 CCC 778

17Cfr Gv 21,15-17; Lc 22,32

18 Mt 16,18-19

19 Cfr Mt 18,18

20 Cfr Mc 1,16-20

21 Cfr Lc 10,1-20

22 Cfr Mc 3,13-19

23 Cfr Lc 6,13

24 Cfr t 28,19

25 Cfr Mt 18,18

26 Cfr Lc 22,19

27 Cfr Mt 19,28

28 Cfr Mt 16,18-19

29 Cfr Gv 21,15-17

30 CfrEs 12,1-47

31 Cfr Lc 22,19-20

32 Cfr CCC 1362-1367

33 S. Agostino, Contro Fausto 12,20

34 LG 26

35 CCC 1396

36 Cfr Ecc. 2,24.32

37 Cfr 1 Cor 15,14-20

38 Cfr Gv 20,21

39 Cfr Mc 16,15

40 Cfr Mt 28,19-20

41 NCE 3

42 Commissione Teologica Internazionale, La coscienza che Gesù aveva di se stesso (8-XI-1985), Proposizione 3

43 Ibid. Commento alla Proposizione 3.

44 NCE 2.

45 LG 4.

46 Cfr CCC 732.

47 Cfr At 2.

48 LG 4.

49 LG 7.

50 S.Agostino, Sermone 267,4.

51 Cfr At 2,37-41

52 Cfr At 2,42

53 Cfr At 15

54 Cfr At 15,7

55 Cfr At 1,15; 2,24

56 Tertulliano, La prescrizione degli eretici, 20

57 LG 8.

58 GS 40.

59 At 4,12.

60 Cfr LG 9.

61 LG 48.

62 RM 11.

63 Cfr Mt 28,20.

64 Cfr Mc 16,15.

65 LG 9.

66 S: Agostino, Sermone 169.

67 EG 57.

68 Cfr LG 14.

69 RM 9.

70 Lc 13,23-24.

71 AA 2.

72 Cfr LG 5.

73 Cfr Mc 1,15.

74 Cfr Es 15,18; Dan 3,100.

75 Cfr Lc 4,21.43.

76 Cfr Mt 13; Mc 4.

77 Cfr Lc 11,2.

78 Cfr Gv 18,36.

79 Cfr Lc 1,33

80 Cfr Mt 25,34.

81 Cfr 1 Cor 25,25.24.28.

82 Cfr Mt 16,18-19.

83 1 Cor 15,24-.25.28.

84 LG 5.

85 RM 15.

86 LG 5.

87 RM 18.

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