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DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI Sala Clementina Signor Cardinale, Sono lieto di potervi
incontrare per la prima volta e tutti vi saluto cordialmente. Saluto
specialmente il Signor Cardinale Attilio Nicora, Presidente
dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, come pure il
Presidente della Fondazione, il Conte Lorenzo Rossi di Montelera, che
ringrazio per le parole rivoltemi a vostro nome. Saluto i Vescovi presenti e
i sacerdoti vostri assistenti spirituali. A ciascuno di voi esprimo
apprezzamento e gratitudine per il servizio che rendete al Successore di
Pietro e per la generosità con cui ne sostenete l’attività apostolica. Il nome stesso della vostra
Fondazione indica con chiarezza le apprezzabili finalità che perseguite. Centesimus
Annus richiama l'ultima grande Enciclica sociale di Giovanni Paolo II,
con la quale l’indimenticabile Pontefice, riassumendo cento anni di Magistero
in questo campo, proiettava in avanti Il Convegno di studio da voi
promosso su “Democrazia, istituzioni e giustizia sociale” affronta
problemi di viva attualità. Si lamentano talora le lentezze con cui
un'autentica democrazia si fa strada, e tuttavia essa resta lo
strumento storico più valido, se ben usato, per disporre responsabilmente del
proprio futuro in modo degno dell'uomo. Giustamente voi avete individuato due
punti critici nel cammino verso un ordinamento più maturo dell'umana
convivenza. Occorrono in primo luogo istituzioni appropriate, credibili,
autorevoli, non finalizzate a una mera gestione del potere pubblico, ma
capaci di promuovere livelli articolati di partecipazione popolare, nel
rispetto delle tradizioni di ciascuna nazione, e nella costante
preoccupazione di custodirne l'identità. Altrettanto urgente è uno sforzo
tenace, durevole e condiviso per la promozione della giustizia sociale. La
democrazia raggiungerà la sua piena attuazione solo quando ogni persona ed
ogni popolo sarà in grado di accedere ai beni primari (vita, cibo, acqua,
salute, istruzione, lavoro, certezza dei diritti) attraverso un ordinamento
delle relazioni interne e internazionali che assicuri a ciascuno la
possibilità di parteciparvi. Non si potrà dare, peraltro, vera giustizia
sociale se non in un'ottica di genuina solidarietà, che impegni a vivere e ad
operare sempre gli uni per gli altri, e mai gli uni contro o a danno degli
altri. In che modo rendere concreto tutto questo nel contesto mondiale di
oggi è la grande sfida dei cristiani laici. Cari amici, attraverso
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