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Analogia entis - Analogia fidei

ANALOGIA Entis - ANALOGIA Fidei

K. Barth e con lui molti altri teologi protestanti hanno polemizzato vivacemente e aspramente contro la dottrina tomistica dell'analogia, qualificandola come analogia entis e considerandola un arrogante, «diabolico» tentativo (Barth la chiama addirittura una «invenzione dell'Anticristo»): un tentativo prometeico di dare la scalata a Dio partendo dalle creature. All'analogia entis Barth contrappone l'analogia fidei (analogia della fede), una conoscenza di Dio che non si basa sulle forze della ragione e non procede dalle creature, ma si basa sulla grazia di Dio e procede dalla rivelazione.

Il nodo da sciogliere qui è quello della teologia naturale. Ora, S. Tommaso è certamente un grande avvocato di questa teologia, che egli considera un prolegomeno indispensabile alla teologia rivelata. Pertanto, secondo il Dottore Angelico, non c'è nessun conflitto o antinomia tra analogia entis e analogia fidei, bensì correlazione e armonia: si tratta dello stesso rapporto di correlazione e armonia che egli pone tra fede e ragione.

Nella analogia fidei è Dio che va verso l'uomo e assume il suo linguaggio e gli fa sapere che esso significa analogicamente ciò che si cela nel mistero del suo essere. Così, grazie alla Parola di Dio, noi siamo autorizzati a fare un uso analogico (che è un uso proprio) e non semplicemente metaforico di termini come «padre», «spirito», «figlio», «generazione», «filiazione» ecc., i quali, per quanto è dato conoscere alla pura ragione, dovrebbero essere applicati a Dio solo in senso metaforico. «Se Dio non ce l'avesse rivelato noi non avremmo mai saputo che le nozioni di generazione e filiazione o la nozione di tre aventi la stessa natura, o la nozione di venuta nella carne e di unione personale alla natura umana, o la nozione di partecipabilità da parte della creatura, o quella di amore, di amicizia con essa, potessero valere nell'ordine proprio della deità e nei riguardi della vita intima di Dio» (J. Maritain). Anche a livello di analogia fidei vale la divisione dell'analogia in quattro tipi principali. Così, per alcuni termini (per es. quando si dice che Dio si commuove, si adira, o che è un leone ecc.) si deve ricorrere all'attribuzione estrinseca o alla proporzionalità metaforica; invece per altri termini (per es. vita, natura, persona, padre, figlio, generazione ecc.) si deve invocare l'analogia di attribuzione intrinseca o di proporzionalità propria: perché si applicano a Dio propriamente e intrinsecamente, e si applicano a lui per prius et posterius.

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         Battista Mondin.

         Dizionario enciclopedico del pensiero di S.Tommaso D'Aquino,

         Edizioni Studio Domenicano, Bologna.

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