Articolo 7: IL
SACRAMENTO DEL MATRIMONIO
Introduzione
[1601] «Il patto matrimoniale con
cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per
sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della
prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di
sacramento» .
I. Il matrimonio nel disegno di Dio
[1602] La Sacra Scrittura si apre
con la creazione dell’uomo e della donna ad immagine e somiglianza di Dio e si chiude con la visione delle «nozze
dell’Agnello» (Ap 19,7; Ap 19,9). Da un capo all’altro la
Scrittura parla del Matrimonio e del suo «mistero», della sua istituzione e del
senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine, delle sue diverse
realizzazioni lungo tutta la storia della salvezza, delle sue difficoltà
derivate dal peccato e del suo rinnovamento «nel Signore» (1Cor 7,39), nella Nuova Alleanza di
Cristo e della Chiesa .
Il matrimonio
nell’ordine della creazione
[1603] «L’intima comunione di vita
e di amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è
stabilita dal patto coniugale... Dio stesso è l’autore del matrimonio» . La
vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell’uomo e della donna,
quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un’istituzione
puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso
dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali.
Queste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti.
Sebbene la dignità di questa istituzione non traspaia ovunque con la stessa
chiarezza, esiste tuttavia in tutte le
culture un certo senso della grandezza dell’unione matrimoniale, poiché «la
salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente
connessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare» .
[1604] Dio, che ha creato l’uomo
per amore, lo ha anche chiamato all’amore, vocazione fondamentale e innata di
ogni essere umano. Infatti l’uomo è creato ad immagine e somiglianza di
Dio che è Amore . Avendolo Dio creato
uomo e donna, il loro reciproco amore diventa un’immagine dell’amore assoluto e
indefettibile con cui Dio ama l’uomo. È cosa buona, molto buona, agli occhi del
Creatore . E questo amore che Dio benedice è destinato ad essere fecondo e a
realizzarsi nell’opera comune della custodia della creazione: «Dio li benedisse
e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e
soggiogatela”» (Gen 1,28).
[1605] Che l’uomo e la donna siano
creati l’uno per l’altro, lo afferma la Sacra Scrittura: «Non è bene che l’uomo
sia solo». La donna, «carne della sua carne», sua eguale, del tutto prossima a
lui, gli è donata da Dio come un «aiuto», rappresentando così Dio dal quale
viene il nostro aiuto . «Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e
si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen 2,24) . Che ciò significhi un’unità indefettibile delle loro
due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato,
«all’origine», il disegno del Creatore: «Così che non sono più due, ma una
carne sola» (Mt 19,6).
Il matrimonio sotto il
regime del peccato
[1606] Ogni uomo fa l’esperienza
del male, attorno a sé e in se stesso. Questa esperienza si fa sentire anche
nelle relazioni fra l’uomo e la donna. Da sempre la loro unione è stata
minacciata dalla discordia, dallo spirito di dominio, dall’infedeltà, dalla
gelosia e da conflitti che possono arrivare fino all’odio e alla rottura.
Questo disordine può manifestarsi in modo più o meno acuto, e può essere più o
meno superato, secondo le culture, le epoche, gli individui, ma sembra proprio
avere un carattere universale.
[1607] Secondo la fede, questo
disordine che noi constatiamo con dolore, non deriva dalla natura dell’uomo e della donna, né
dalla natura delle loro relazioni, ma
dal peccato. Rottura con Dio,
il primo peccato ha come prima conseguenza la rottura della comunione originale
dell’uomo e della donna. Le loro relazioni sono distorte da accuse reciproche; la loro mutua attrattiva, dono proprio del
Creatore, si cambia in rapporti di
dominio e di bramosia; la splendida
vocazione dell’uomo e della donna ad essere fecondi, a moltiplicarsi e a
soggiogare la terra è gravata dai
dolori del parto e dalle fatiche del lavoro .
[1608] Tuttavia, anche se
gravemente sconvolto, l’ordine della creazione permane. Per guarire le ferite
del peccato, l’uomo e la donna hanno bisogno dell’aiuto della grazia che Dio,
nella sua infinita misericordia, non ha loro mai rifiutato . Senza questo aiuto
l’uomo e la donna non possono giungere a realizzare l’unione delle loro vite,
in vista della quale Dio li ha creati «all’inizio».
Il matrimonio sotto la
pedagogia della Legge
[1609] Nella sua misericordia, Dio
non ha abbandonato l’uomo peccatore. Le sofferenze che derivano dal peccato, «i
dolori del parto» (Gen 3,16), il
lavoro «con il sudore del volto» (Gen
3,19), costituiscono anche dei rimedi che attenuano i danni del peccato.
Dopo la caduta, il matrimonio aiuta a vincere il ripiegamento su di sé,
l’egoismo, la ricerca del proprio piacere, e ad aprirsi all’altro, all’aiuto
vicendevole, al dono di sé.
[1610] La coscienza morale
riguardante l’unità e l’indissolubilità del matrimonio si è sviluppata sotto la
pedagogia della Legge antica. La poligamia dei patriarchi e dei re non è ancora
esplicitamente rifiutata. Tuttavia, la Legge data a Mosè mira a proteggere la
donna contro l’arbitrarietà del dominio da parte dell’uomo, sebbene anch’essa
porti, secondo la Parola del Signore, le tracce della «durezza del cuore»
dell’uomo, a motivo della quale Mosè ha permesso il ripudio della donna .
[1611] Vedendo l’Alleanza di Dio
con Israele sotto l’immagine di un amore coniugale esclusivo e fedele, i profeti hanno preparato la coscienza del
Popolo eletto ad una intelligenza approfondita dell’unicità e
dell’indissolubilità del matrimonio . I libri di Rut e di Tobia offrono
testimonianze commoventi di un alto senso del matrimonio, della fedeltà e della
tenerezza degli sposi. La Tradizione ha sempre visto nel Cantico dei Cantici
un’espressione unica dell’amore umano, in quanto è riflesso dell’amore di Dio,
amore «forte come la morte» che «le grandi acque non possono spegnere» (Ct 8,6-7).
Il matrimonio nel
Signore
[1612] L’alleanza nuziale tra Dio e
il suo popolo Israele aveva preparato l’Alleanza Nuova ed eterna nella quale il
Figlio di Dio, incarnandosi e offrendo la propria vita, in certo modo si è
unito a tutta l’umanità da lui salvata,
preparando così «le nozze dell’Agnello» (Ap 19,7; Ap 19,9).
[1613] Alle soglie della sua vita
pubblica, Gesù compie il suo primo segno - su richiesta di sua Madre - durante
una festa nuziale . La Chiesa attribuisce una grande importanza alla presenza
di Gesù alle nozze di Cana. Vi riconosce la conferma della bontà del matrimonio
e l’annuncio che ormai esso sarà un segno efficace della presenza di Cristo.
[1614] Nella sua predicazione Gesù
ha insegnato senza equivoci il senso originale dell’unione dell’uomo e della
donna, quale il Creatore l’ha voluta all’origine: il permesso, dato da Mosè, di
ripudiare la propria moglie, era una concessione motivata dalla durezza del
cuore; l’unione matrimoniale dell’uomo
e della donna è indissolubile: Dio stesso l’ha conclusa. «Quello dunque che Dio
ha congiunto, l’uomo non lo separi» (Mt
19,6).
[1615] Questa inequivocabile
insistenza sull’indissolubilità del vincolo matrimoniale ha potuto lasciare
perplessi e apparire come un’esigenza irrealizzabile . Tuttavia Gesù non ha
caricato gli sposi di un fardello impossibile da portare e troppo gravoso, più pesante della Legge di Mosè. Venendo a
ristabilire l’ordine iniziale della creazione sconvolto dal peccato, egli
stesso dona la forza e la grazia per vivere il matrimonio nella nuova
dimensione del Regno di Dio. Seguendo Cristo, rinnegando se stessi, prendendo
su di sé la propria croce gli sposi
potranno «capire» il senso originale
del matrimonio e viverlo con l’aiuto di Cristo. Questa grazia del Matrimonio
cristiano è un frutto della croce di Cristo, sorgente di ogni vita cristiana.
[1616] È ciò che l’Apostolo Paolo
lascia intendere quando dice: «Voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo
ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa» (Ef 5,25-26), e aggiunge subito: «Per
questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due
formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a
Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,31-32).
[1617] Tutta la vita cristiana
porta il segno dell’amore sponsale di Cristo e della Chiesa. Già il Battesimo,
che introduce nel Popolo di Dio, è un mistero nuziale: è, per così dire, il
lavacro di nozze che precede il
banchetto di nozze, l’Eucaristia. Il Matrimonio cristiano diventa, a sua volta,
segno efficace, sacramento dell’alleanza di Cristo e della Chiesa. Poiché ne
significa e ne comunica la grazia, il matrimonio fra battezzati è un vero
sacramento della Nuova Alleanza .
La verginità per il
Regno
[1618] Cristo è il centro di ogni
vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli
altri legami, familiari o sociali . Fin dall’inizio della Chiesa, ci sono stati
uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire
«l’Agnello dovunque va» (Ap 14,4),
per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, per andare incontro allo Sposo che viene .
Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui
egli rimane il modello:
"Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne
sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si
sono fatti eunuchi per il Regno dei cieli. Chi può capire, capisca" (Mt
19,12).
[1619] La verginità per il Regno
dei cieli è uno sviluppo della grazia battesimale, un segno possente della
preminenza del legame con Cristo, dell’attesa ardente del suo ritorno, un segno
che ricorda pure come il matrimonio sia una realtà del mondo presente che passa
.
[1620] Entrambi,
il sacramento del Matrimonio e la verginità per il Regno di Dio, provengono dal
Signore stesso. È lui che dà loro senso e concede la grazia indispensabile per
viverli conformemente alla sua volontà . La stima della verginità per il
Regno e il senso cristiano del
Matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente:
"Chi denigra il matrimonio, sminuisce anche la gloria della verginità; chi lo loda, aumenta l’ammirazione che è dovuta alla verginità... Infatti, ciò che sembra bello solo in rapporto a ciò che è brutto non può essere molto bello; quello che invece è la migliore delle cose considerate buone, è la cosa più bella in senso assoluto". ( S.Giovanni Crisostomo )