Bibbia a fumetti - Castigat ridendo mores - da Astrologia a Vita Sociale il dizionario dei problemi dell'uomo moderno

 

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ALLEANZA

 

ALLEANZA                                 

 

Lo spessore della parola alleanza si evidenzia a confronto con la parola contratto.

Il contratto si fonda su termini di legge: tu dai io do, se io do tu devi dare, se tu non dai io non do. Quando il movimento dello scambio si logora o si intoppa si apre la porta alla rescissione del contratto.

 

L’alleanza è il dono totale, libero e gratuito di sé. Costituito persona in quanto donato a me stesso metto in mano a te quanto ho ricevuto in dono. Ti metto in mano quello che mi identifica e che mi fa essere me stesso. Mi dono come esondazione di una piena. Il dono non può essere diviso. Mi dono del tutto senza lasciare porte socchiuse alle spalle. Non tengo cassetti chiusi con reliquie di altre esperienze che possano, chissà, rivivere.  Lo faccio perché mi pare e piace. Consapevole che quanto più libera è la mia iniziativa tanto più ne viene in evidenza la responsabilità.

 

Prendo te in dono egualmente gratuito e libero non solo alcune tue prestazioni. Risulta fondamentale custodire con finezza e tenacia il senso della gratuità, che non diventi mai abito mentale di un diritto o di un possesso. Mi rendo conto della responsabilità che mi assumo, la quale è tanto più estesa e profonda quanto più è alto il valore del dono che ricevo. Dovrò imparare ad accorgermi dello spessore e delle inesauribili potenzialità della persona a cui mi sono donato. Il senso dell’impresa è di arrivare nell’intimo sacrario dove la persona è di se stessa. Condurre l’attenzione dai particolari più piccoli affioranti in superficie affascinanti o banali alla loro sorgente. Lascerò verificare le mie parole porgendole in dono, disposto ad approfondire la mia ricerca e ad esprimermi in altro modo quando non colgo il bersaglio.

 

Dono vuol dire cosa ricevuta in modo del tutto gratuito: non l’ho meritata né posso sdebitarmi, non mi rimane altro che alimentare l’atteggiamento di gratitudine, che mi assicura la capacità continua di stupore, e amarla. Amarla vuol dire desiderarla. La parola viene da de – sidera, prendere dalle stelle, dal cielo, da Dio.

 

Il compito che mi tocca è di conoscere la persona che ho avuto in dono. Accorgermi di che cosa è e tendere a capire chi è. Dovrei accorgermi prima di lei del suo valore e provarmi a farle sapere quello che ho capito. L’operazione mi porta di rimando a conoscere me stesso. Colui che assaggia un buon vino, se vuole scoprirne i sapori diversi, deve tenere pulito il suo palato. Scopre il valore del vino e impara a conoscere le capacità gustative delle sua bocca.

 

Il valore del dono onora la persona a cui lo offro come io sono onorato dal dono che ricevo. Se dono al partner meno di tutto me stesso sottovaluto il partner come se gli dicessi: non ti ritengo all’altezza. Mi devo rendere conto di che cosa ricevo in dono. Se non mi dispongo a capire faccio torto al partner e mi danneggio come se avendo acquistato una corda di violino ne limitassi l’uso per tagliare la polenta. Il valore delle cose si impara per esperienza. L’impegno che pongo per imparare mi obbliga ad attivare le risorse inespresse che tengo in cuore magari senza esserne consapevole. La fatica, talune volte la sofferenza, per amare un poco di più mi realizza.  (vg  04. 01. 15)

 

 

 

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