Articolo 3:
Le sette domande
IV. Dacci oggi il nostro pane quotidiano
[2828] «Dacci»: è bella la fiducia dei figli che
attendono tutto dal loro Padre. Egli «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra
i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5,45) e dà a tutti i viventi «il
cibo in tempo opportuno» (Sal 104,27).
Gesù ci insegna questa domanda, che in realtà glorifica il Padre nostro perché
è il riconoscimento di quanto egli sia Buono al di là di ogni bontà.
[2829] «Dacci» è anche
l’espressione dell’Alleanza: noi siamo suoi ed egli è nostro, è per noi. Questo
«noi» però lo riconosce anche come il Padre di tutti gli uomini, e noi lo
preghiamo per tutti, solidali con le loro necessità e le loro sofferenze.
[2830] «Il nostro pane». Il Padre, che ci dona la vita, non
può non darci il nutrimento necessario per la vita, tutti i beni «convenienti»,
materiali e spirituali. Nel Discorso della montagna Gesù insiste su questa
confidenza filiale che coopera con la Provvidenza del Padre nostro . Egli non
ci spinge alla passività, ma vuole
liberarci da ogni affanno e da ogni preoccupazione. Tale è l’abbandono filiale
dei figli di Dio:
"A chi
cerca il Regno di Dio e la sua giustizia, egli promette di dare tutto in
aggiunta. In realtà, tutto appartiene a Dio e nulla manca all’uomo che possiede
Dio, se egli stesso non manca a Dio".
( S.Cipriano di Cartagine )
[2831] Il fatto però che ci siano
coloro che hanno fame per mancanza di pane, svela un’altra profondità di questa
domanda. Il dramma della fame nel mondo chiama i cristiani che pregano in
verità ad una responsabilità fattiva nei confronti dei loro fratelli, sia nei
loro comportamenti personali sia nella loro solidarietà con la famiglia umana.
Questa petizione della Preghiera del Signore non può essere isolata dalle
parabole del povero Lazzaro e del
giudizio finale .
[2832] Come il lievito nella pasta,
così la novità del Regno deve «fermentare» la terra per mezzo dello Spirito di
Cristo Deve rendersi evidente
attraverso l’instaurarsi della giustizia nelle relazioni personali e sociali,
economiche e internazionali; né va mai dimenticato che non ci sono strutture
giuste senza uomini che vogliono essere giusti.
[2833] Si tratta del «nostro» pane,
«uno» per «molti». La povertà delle Beatitudini è la virtù della condivisione:
sollecita a mettere in comune e a condividere i beni materiali e spirituali,
non per costrizione, ma per amore, perché l’abbondanza degli uni supplisca alla
indigenza degli altri .
[2834] «Prega e lavora» . «Dobbiamo
pregare come se tutto dipendesse da Dio, e agire come se tutto dipendesse da
noi» . Dopo aver eseguito il nostro lavoro, il cibo resta un dono del Padre
nostro; è giusto chiederglielo e di questo rendergli grazie. Questo è il senso
della benedizione della mensa in una famiglia cristiana.
[2835] Questa domanda e la
responsabilità che comporta, valgono anche per un’altra fame di cui gli uomini
soffrono: «L’uomo non vive soltanto di pane, ma... di quanto esce dalla bocca del
Signore» (Dt 8,3), cioè della sua Parola e del suo Soffio. I
cristiani devono mobilitare tutto il loro impegno per «annunziare il Vangelo ai
poveri». C’è una fame sulla terra, «non fame di pane, né sete di acqua, ma di
ascoltare la Parola di Dio» (Am 8,11).
Perciò il senso specificamente cristiano di questa quarta domanda riguarda il
Pane di Vita: la Parola di Dio da accogliere nella fede, il Corpo di Cristo
ricevuto nell’Eucaristia .
[2836] «Oggi». È anch’essa un’espressione di
fiducia. Ce la insegna il Signore; non
poteva inventarla la nostra presunzione. Poiché si tratta soprattutto della sua
Parola e del Corpo del Figlio suo, questo «oggi» non è soltanto quello del
nostro tempo mortale: è l’Oggi di Dio:
"Se ricevi il Pane ogni
giorno, per te ogni giorno è oggi. Se oggi Cristo è tuo, egli risorge per te
ogni giorno. In che modo? «Tu sei mio Figlio, oggi Io ti ho generato» (Sal 2,7). L’oggi è
quando Cristo risorge". ( S.Ambrogio )
[2837] «Quotidiano» (di questo giorno e di ogni giorno).
Questa parola, «épiousios», non è
usata in nessun altro passo del Nuovo Testamento. Intesa nel suo significato
temporale, è una ripresa pedagogica di «oggi»,
per confermarci in una confidenza «senza riserve». Intesa in senso
qualitativo, significa il necessario per la vita e, in senso lato, ogni bene
sufficiente per il sostentamento . Presa alla lettera [piousios:
«sovra-sostanziale»] la parola indica direttamente il Pane di Vita, il Corpo di
Cristo, «farmaco d’immortalità» senza
il quale non abbiamo in noi la Vita . Infine, legato al precedente, è evidente
il senso celeste: «questo Giorno» è quello del Signore, quello del Banchetto
del Regno, anticipato nell’Eucaristia, che è già pregustazione del Regno che
viene. Per questo è bene che la Liturgia eucaristica sia celebrata «ogni
giorno».
"L’Eucaristia è il nostro pane quotidiano... La virtù propria di
questo nutrimento è quella di produrre l’unità, affinché, resi Corpo di Cristo,
divenuti sue membra, siamo ciò che riceviamo... ma anche le letture che
ascoltate ogni giorno in chiesa sono pane quotidiano, e l’ascoltare e recitare
inni è pane quotidiano. Questi sono i sostegni necessari al nostro
pellegrinaggio terreno .Il Padre del cielo ci esorta a chiedere come bambini
del cielo il Pane del cielo . Cristo «egli stesso è il pane che, seminato nella
Vergine, lievitato nella carne, impastato nella Passione, cotto nel forno del
sepolcro, conservato nella chiesa, portato sugli altari, somministra ogni
giorno ai fedeli un alimento celeste». ( S.Agostino )