AMICIZIA
Inclinazione affettiva reciproca,
che nasce da una perfetta conformità di sentire e dalla conseguente
disponibilità reciproca a svelare anche gli aspetti più reconditi della propria
personalità. Nella Bibbia l’amicizia è
considerata come la forma perfetta dell’amore gratuito, caratterizzata dalla
partecipazione e dalla solidarietà incondizionate. Dio è amico dell’uomo,
come rivela in modo privilegiato a coloro che ha scelti come cooperatori determinanti della storia
della salvezza. Aristotele ammette tre tipi di amicizia
che si suddividono
a loro
Secondo
San Tommaso l’amicizia consiste essenzialmente in un amore scambievole tra
simili: è un rapportarsi ad altri come a se stessi. "L’amore col quale
uno ama se stesso è forma
e radice dell’amicizia: abbiamo infatti amicizia per gli altri in quanto ci
comportiamo con loro come verso noi stessi" (II-II, q.
L’amicizia si distingue sia dall’amore sia dalla carità. San Tommaso
chiarisce che c’è distinzione tra amicizia e amore mostrando come non qualsiasi
amore si possa chiamare amicizia: "Non un amore qualsiasi ma soltanto
quello accompagnato dalla benevolenza ha natura (rationem) di amicizia:
quando cioè amiamo uno così da volergli del bene. Se invece non vogliamo del
bene alle cose amate, ma il loro stesso bene stesso bene lo vogliamo a noi,
come quando amiamo il vino o altre cose del genere, non si ha un amore di un
amore di amicizia ma di concupiscenza. Infatti è ridicolo dire che uno ha amicizia per il vino o
per il cavallo. Anzi, per l'amicizia non basta
neppure la benevolenza ma si richiede l’amore
scambievole; poiché un amico è amico per l’amico. E
tale mutua benevolenza è fondata su qualche comunanza" (II-II, q.
Ma c’è distinzione anche tra amicizia e carità. Infatti l’ambito dell’amicizia è
più grande di quello della carità, tanto che si può dire che la carità è una
sottospecie dell’amicizia: "La carità è l’amicizia dell’uomo con Dio
principalmente e quindi con gli esseri che a Lui appartengono" (II-II. q.
L’amicizia
è anzitutto virtù di Dio nei
confronti delle sue creature dotate di intelligenza.
"E' dell’essenza
dell’amicizia che l’amante voglia sia esaudito il desiderio dell’amato, in
quanto appunto vuole il bene e la perfezione di lui; e perciò si dice che gli
amici siano un medesimo cuore (Sallustio, Catil..
20). Ora, si è visto (Libro I. c. 75) che Dio ama la
sua creatura e tanto maggiormente l'ama quanto più partecipa alla sua bontà
che è il primo e principale oggetto da Lui amato. Vuole pertanto che siano
adempiuti i desideri della creatura ragionevole, la quale tra tutte le creature
partecipa in modo perfettissimo
alla bontà divina"(C. G., III. c. 95).
L'amicizia
può fondarsi o su una comunanza di vita (II-II, q.
L’amicizia
si basa essenzialmente sulla comunione e condivisione. Perciò si danno tanti
tipi di amicizia, quanti sono i tipi di comunione e di
condivisione. San Tommaso elenca quattro tipi di amicizia:
amicizia tra consanguinei (amicitia patris et filii et
aliorum consanguineorurn)
fondata sulla comunione naturale dovuta alla stessa discendenza; amicizia tra "lavoratori",. fondata sulla condivisione economica, in quanto partecipano
alla stessa attività produttiva; amicizia tra
concittadini, in quanto partecipano alla stessa vita politica: infine
amicizia tra credenti, cioè tra i
cristiani: "consiste nella comunione divina grazie alla quale essi
fanno parte del corpo della Chiesa o in atto o in potenza". (III Sent., d. 29, q.
Per
l’amicizia ci vuole una certa eguaglianza tra i due termini: solo una certa
eguaglianza, non una perfetta eguaglianza; amicitia non requirit aequaliatem
aequiparantiae, sed aequa1itatem
proportionis (III Sent., d. 28, q.
La sola eguaglianza però non basta: non basta che si tratti di due
quaderni uguali, di due piante uguali: occorre che tra i due termini si possa
stabilire una certa comunicazione, uno scambio. Da ciò risulta che l'uomo non può trattare da amici gli animali o
le cose e neppure le virtù o le belle
qualità: "infatti non comunicano nella nostra vita umana né quanto
all’essere né quanto all'agire; perciò non possiamo nutrire nel loro confronti
la benevolenza che si deve a un amico"
(III Sent.
d. 28. q.
Battista Mondin
Dizionario enciclopedico del pensiero di S.Tommaso
D'Aquino,
Edizioni Studio Domenicano, Bologna.
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