Articolo 4:
Introduzione
[1749] La libertà fa dell’uomo un
soggetto morale. Quando agisce liberamente, l’uomo è,
per così dire, il padre dei propri
atti. Gli atti umani, cioè gli atti liberamente
scelti in base ad un giudizio di coscienza, sono moralmente qualificabili. Essi
sono buoni o cattivi.
II. Gli atti buoni e gli atti cattivi
In sintesi
[1757] L’oggetto,
l’intenzione e le circostanze costituiscono le tre «fonti» della moralità degli
atti umani.
[1758] L’oggetto
scelto specifica moralmente l’atto del volere, in quanto la ragione lo
riconosce
e lo giudica buono o cattivo.
[1759] «Non
può essere giustificata un’azione cattiva compiuta con una buona intenzione» .
Il fine non giustifica i mezzi.
[1760] L’atto moralmente buono
suppone la bontà dell’oggetto, del fine e delle circostanze.
[1761] Vi sono comportamenti
concreti che è sempre sbagliato scegliere, perché la loro scelta comporta un
disordine della volontà, cioè un male morale. Non è lecito compiere il male
perché ne derivi un bene.